L’immagine che ritrae Mahmoud Ajjour, bimbo palestinese di 9 anni con le braccia amputate, è tragica. Fa male. E deve farci male. L’ha scattata la fotografa palestinese Samar Abu Elouf per il New York Times, ed è stata premiata come foto dell’anno con il World Press Photo. “Questa è una foto silenziosa che parla con forza. Racconta la storia di un singolo bambino, ma anche di una guerra più ampia, le cui conseguenze si estenderanno per generazioni” Così ha dichiarato Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva della World Press Photo Foundation. Una foto silenziosa, già. Ma che attraversa il rumore ottuso e scintillante dell’epoca e ci costringe a metterci in discussione, a comprendere quale architettura di potere orrenda accettiamo con troppa indifferenza; a chiederci che cosa possiamo fare per sottrarci da questa spirale crudele.
Palestina. Dopo un mese e mezzo senza aiuti umanitari, la popolazione è arrivata sull’orlo della carestia. Il movimento islamico chiede il ritiro di Tel Aviv e il cessate il fuoco permanente, Netanyahu ha altri obiettivi. La catastrofe umanitaria sta ponendo due milioni di gazawi sull’orlo della morte per fame e malattie». Libreria araba a Gerusalemme Est: «La resistenza a colpi di libro». La deposizione del corpo.
Anche il Regno Unito, come diversi altri Paesi europei (e non solo), si avvia verso una profonda ‘crisi di sistema’ che potrebbe portare un giorno al potere i cosiddetti ‘populisti’? La domanda è d’obbligo, visti i sondaggi che cominciano a circolare riguardo alle prossime elezioni municipali, che si terranno a maggio.
Mentre Israele intensifica il suo genocidio in corso contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e la sua violenta occupazione militare della Cisgiordania, gli organismi sportivi internazionali hanno l'obbligo morale di adottare tutte le misure necessarie per impedire il genocidio, altrimenti rischiano di essere ritenuti penalmente responsabili.
«Fra il giorno della ‘liberazione trumpiana’ a colpi di dazi, i miliardi di dollari bruciati dalle Borse in ogni angolo del pianeta e i salutari ripensamenti che comunque confermano la preoccupante imprevedibilità di Donald Trump, il mondo va avanti», prova a confortarci Ugo Tramballi attraverso ISPI. Che poi ammette. «La guerra di Netanyahu a Gaza e quella di Putin sull’Ucraina, continuano».