Quel veto statunitense beffa alla Nazioni Unite usato a favore di Israele troppe volte. Ora, di colpo, si cambia (ma solo un po’: armi americane sempre). Stanchi di essere raggirati da Netanyahu, gli Stati Uniti hanno annunciato un progetto di risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in cui si chiede il rilascio di tutti gli ostaggi, in cambio della fine dei combattimenti a Gaza. Israele ha già fatto sapere di opporsi. Ma cosa c’è dietro questa svolta clamorosa e improvvisa? La saga degli inganni.
Intervista del presidente russo alle principali agenzie internazionali: «Le ultime iniziative dell’Occidente, compresa la decisione di permettere a Kiev di colpire dentro i confini della Russia, ci stanno portando su una strada con problemi molto seri». «Un passo molto pericoloso», avvertimento pesante con toni quasi gentili.
«La fornitura di armi sofisticate all’Ucraina rappresenta l’impegno diretto dell’Occidente nel conflitto. Noi potremmo darle a Paesi terzi non amici dell’occidente». Le armi nucleari? «Solo se minacciati».
«In Italia non c’è una russofobia da cavernicoli come in altri paesi Ue».
La Casa Bianca batte cassa, e chiede all’Unione Europea di garantire un ulteriore prestito, di 50 miliardi di dollari, per la difesa dell’Ucraina. Un’altra montagna di dollari, quasi nascosti, dalle due parti. Biden a rischio presidenza. Europa con le elezioni alle porte e intere categorie di lavoratori sul piede di guerra (come gli agricoltori), i politici del Vecchio continente hanno difficoltà a pubblicizzare questo tipo di impegni.
Israele, scontri alla Marcia delle Bandiere. Gvir minaccia: “Stop al sostegno a Netanyahu finché non vedrò l’intesa sulla tregua a Gaza”
La tensione era annunciata e, puntuali, sono arrivati gli scontri. Poco prima della “Marcia delle bandiere” indetta dall’estrema destra per il “Jerusalem day”, la contestata cerimonia che celebra la riunificazione di Gerusalemme a seguito della Guerra dei 6 giorni del 1967, si sono verificati violenti incidenti tra giovani ebrei e arabi