Nonostante la vicenda degli Internati Militari Italiani abbia coinvolto più seicentomila soldati catturati dai tedeschi e deportati in Germania dopo l’Otto Settembre 1943, la memoria sembra ancora incerta e confusa. Probabilmente si trattò di una delle pagine più significative della Resistenza italiana alla quale gli internati aderirono quasi in massa. I prigionieri, messi di fronte all’alternativa tra l’adesione alla repubblica di Salò o un campo di concentramento, la stragrande maggioranza disse ‘no’ scegliendo la prigionia al fascismo.
Mai stati sobri. «Guardiamoci in faccia», da strade diverse nella stessa direzione. La Liberazione unisce le lotte, dalla Palestina alla giustizia sociale. Un serpentone di partiti, sindacali e collettivi E anche il centrosinistra si ricompatta in piazza
Essere un po’ partigiani oggi è un obbligo. Io lo sono per Genova, la mia amata città d’origine e per ciò che ha rappresentato per me e per la mia famiglia nella sua Lotta di Liberazione. Amo Genova troppo lontana dove ho ancora due figli, un nipotino, ed un amico prezioso. Personaggio politico di un certo rilievo, finito anche lui tra le memorie sempre più logorate dal tempo. Roberto Speciale, ex europarlamentare, ma soprattutto un amico stretto, ed un testimone di ciò che Genova democratica ha rappresentato per l’Italia anche negli anni duri del terrorismo più vicini degli 80 che celebriamo oggi. Ennio Remondino
Nel suo libro "Cambiare la storia", Adriano Prosperi denuncia la manipolazione della memoria come strumento di potere. Contro la verità storica, Trump e Meloni usano nazionalismo e falsi miti per riscrivere il passato e cancellare la coscienza civile
Nonostante la bizzarra richiesta del governo di dar vita a manifestazioni “sobrie”, onoreremo l’80° della vittoria di quell’ampio movimento che combatté il nazifascismo e abbiamo chiamato Resistenza.
In memoria dei sacrifici della lotta e perché oggi tornano le parole chiave di quel tempo di ferro e di fuoco: pace, democrazia, lavoro (ma dove e come celebreranno loro?).
Oltre 100.000 israeliani avrebbero smesso di presentarsi al servizio di riserva. Sebbene le ragioni siano diverse, la portata dimostra il declino della legittimità della guerra in corso a Gaza, Cisgiordania, Libano e Siria. L’inchiesta denuncia di ‘+972 e Local call’: «notizie dall’altro Israele».