L’immagine che ritrae Mahmoud Ajjour, bimbo palestinese di 9 anni con le braccia amputate, è tragica. Fa male. E deve farci male. L’ha scattata la fotografa palestinese Samar Abu Elouf per il New York Times, ed è stata premiata come foto dell’anno con il World Press Photo. “Questa è una foto silenziosa che parla con forza. Racconta la storia di un singolo bambino, ma anche di una guerra più ampia, le cui conseguenze si estenderanno per generazioni” Così ha dichiarato Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva della World Press Photo Foundation. Una foto silenziosa, già. Ma che attraversa il rumore ottuso e scintillante dell’epoca e ci costringe a metterci in discussione, a comprendere quale architettura di potere orrenda accettiamo con troppa indifferenza; a chiederci che cosa possiamo fare per sottrarci da questa spirale crudele.