Nel carcere di Evin I tempi sono quelli della trattativa, della diplomazia, della politica, troppo lunghi per chi sta rinchiusa in una cella
Ancora bilanci in attesa che il vero nuovo anno inizi il 20 gennaio con l’insediamento di Donald Trump alla presidenza Usa. Due guerre diverse, precisa Ugo Tramballi all’ISPI, studi di politica internazionale, ma non è ottimista sul futuro prossimo: «entrambe senza basi solide per una pace duratura, mentre l’incertezza globale cresce con l’ombra di Trump sul 2025». E un’Europa sempre più fragile il probabile risultato di Putin.
Nelle prime ore del 27 dicembre, le forze armate israeliane hanno preso d’assalto l’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya al termine di un assedio, durato quasi una settimana, a quella che era l’ultima struttura sanitaria funzionante nel nord della Striscia di Gaza. Reparti chirurgici, laboratori, unità di emergenza, sono andati bruciati. I pazienti sono stati forzosamente rimossi.
Il 17 febbraio 2003 veniva rapito a Roma Abu Omar, da uomini della Cia, in collaborazione con le nostre forze dell’ordine, contro ogni regola del diritto internazionale. Da quel momento i rapporti tra il nostro paese e il mondo islamico cominciarono a deteriorarsi; era l’inizio dello svilimento oltre misura della nostra sovranità nazionale.
A che gioco stanno giocando gli Stati Uniti in Siria? Fanno come sempre i poliziotti del mondo. O, se volete, applicano la dottrina della ‘Unipolarità’. Insomma, comandano loro. E basta. Così, mettono assieme democrazia, egemonia, evangelizzazione delle masse non occidentali e business con tanti zeri. Tutto in un colpo.
Ora l’ANP, l’Autorità palestinese sospende Al Jazeera in Cisgiordania. Gli scontri tra giovani palestinesi e forze di sicurezza dell’ANP attorno al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, vanno avanti da un mese e sono i più duri in quasi vent’anni. Nei giorni scorsi l’uccisione di una giovane contestatrice. Ovviamente c’entrano Israele e la guerra al massacro nella Striscia di Gaza.

