La Casa Bianca ha pubblicato vantandole le foto di una fila di migranti in catene mentre, nella base militare di Fort Bliss, a El Paso, in Texas, vengono imbarcati su un volo cargo militare, con il messaggio: «I voli di espulsione sono iniziati. Promessa fatta, promessa mantenuta». Sceneggiata e bugie. Rubio, neo ministro esteri, congela gli aiuti all’estero, esclusi i programmi alimentari. Groenlandia, colloquio di fuoco tra Trump e la premier danese. Dazi anche all’Italia? “Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede!”
Trump sta giocando con la cultura progressista come il gatto coi topi. Niente di quello che dice è reale, e se si vuole costruire un’alternativa bisogna iniziare a sottrarsi al suo gioco.
Quando Trump o Musk parlano o fanno qualcosa non stanno esprimendo quello che pensano, e i loro gesti non sono neanche simboli: sono simulacri, rappresentazioni per altri.
Secondo quanto ha riferito, il 23 gennaio, il quotidiano britannico The Guardian, durante la guerra genocida di Israele nella Striscia, il colosso tecnologico Microsoft ha addirittura ampliato i suoi legami commerciali con l’esercito di Tel Aviv.
L’Ucraina è il secondo paese al mondo per numero di giornalisti uccisi nel 2024, superato solo dalla Palestina, secondo i dati dell'UNESCO.
‘Sono il signor Wolf, risolvo problemi’. I cultori cinefili non avranno dimenticato la famosa battuta di Harvey Keitel nel film Pulp fiction. Il presidente degli Stati Uniti ha concluso il suo intervento al forum di Davos con una battuta degna di un ‘gangster movie’: «Sono qui per rimettere a posto le cose». La frase a effetto è stata preceduta da una lunga lista di minacce. Destinatari tutti i protagonisti dell’economia mondiale.