Le ‘cluster bombs’ all’americana, o ‘bombe a grappolo’ in militarese nostrano, tutte egualmente vietate, hanno accompagnato le ultime settimane di controffensiva ucraina silenziata per problemi sul campo. Già usate sul campo (prima i russi o prima chi si difende?) ora sono arrivate quella americane che tenevano nascoste nei fondi degli arsenali per problemi di immagine.
Ma ecco che finisce il secondo piano, denuncia opportunamente InsideOver, la catena di produzione di quegli ordigni della vergogna che molti producono e tanti altri ancora usano in troppi teatri di guerra.
La rivolta di Prigožin ha evidenziato la debolezza di Putin, mentre le difficoltà militari e diplomatiche di Kiev tra controffensiva quasi ferma e non ammissione Nato, contribuiscono allo stallo sul campo di battaglia. E tutto questo aprirebbe lo spazio per un negoziato, la valutazione/speranza di molti.
Percorsi segreti di trattativa oltre le mediazioni note tra cui quella di Papa Francesco, con le due ore di dialogo tra il cardinale Zuppi e il presidente Biden, dove la parola assente nel comunicato finale, è proprio ‘pace’. Pace, parola assoluta ancora difficile per politiche interne russe e ucraine (e anche occidentali) deboli.
Gran parte del gettito fiscale italiano proviene dai dipendenti tassati alla fonte. A questo aggiungete la tradizionale pigrizia dello Stato a tassare i grandi profitti. Il risultato è semplice.
Nella pancia dell’Agenzia delle entrate ci sono, miliardo già miliardo meno, qualcosa come 1.100 miliardi di euro di crediti non riscossi. Di questa cifra enorme si pensa – lo pensano anche quelli dell’Agenzia – che solo 110 miliardi siano realmente “esigibili”, ovvero che ci sia la reale possibilità di recuperarli.

