Se non ci fossero il web e giusto un paio di giornali, gli italiani non avrebbero idea di quanto si stia ridendo in tutto il globo terracqueo per la figuraccia della Meloni ingannata da due comici russi.
Da antifascista esprimo grande preoccupazione per le vigliacche azioni di danneggiamento delle pietre d’inciampo a Roma. Questi atti di antisemitismo sono ignobili e offendono la memoria di milioni di vittime del nazifascismo.
Questi atti non hanno nulla a che fare con la diffusa indignazione e le proteste contro il governo Netanyahu, i bombardamenti e l’assedio di Gaza, l’occupazione illegale dei territori, la pulizia etnica e l’apartheid che subisce il popolo palestinese.
Invasione via terra operativa, dice Israele, con i tank che tagliano in due la Striscia e accerchiano Gaza City. Gli Stati Uniti, sempre più soli accanto alla vendetta israeliana mandano Blinken a moderare il cimitero. Netanyahu nega anche la benzina ai generatori elettrici degli ospedali. Campi profughi di nuovo sotto le bombe e altri 195 morti a Jabaliya. L’Onu ripete: «Rischio genocidio».
Cisgiordania pronta ad esplodere. Torture da parte di coloni ad un gruppo di palestinesi fatti prigionieri, denuncia Haaretz. Ed è proprio sulla West Bank a ridosso del fiume Giordano, che si sono sviluppati i prodromi dell’ultima crisi arabo-israeliana. La più devastante.
«La violenza dei coloni ebrei contro i palestinesi in Cisgiordania – titola il New York Times – è in forte aumento», mettendo così in evidenza uno degli aspetti meno reclamizzati di questa crisi epocale. Mentre tutta l’attenzione del pianeta, infatti, è rivolta verso Gaza, che rischia di essere ridotta a un cumulo di rovine fumanti, nel ‘fronte est’ i palestinesi continuano a morire per mano di civili ebrei esaltati.