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PER IL PARTITO POPOLARE EUROPEO L'APPOGGIO A KIEV E' 'OBBLIGATORIO

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20/02/2023

da  Remo Contro

Michele Marsonet 

 

Dall’Ucraina la guerra arriva in casa del Partito popolare europeo il cui presidente tedesco Weber la spara politicamente grossa: «Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo». «Dopo le parole di Berlusconi sulla guerra cancellate le giornate di studio a Napoli». Il leader azzurro: «Si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace in Ucraina, questo è un dovere per un partito come il Ppe».
Lo sconquasso politico otre che militare ed economico di quella guerra, con Berlusconi a caccia dello scontento per l’appiattimento dalla destra al governo (e da sinistra) sulle posizioni Usa-Nato

Amiconi del lettone e non soltanto

È nota a tutti lunga amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, e i due l’hanno ribadita di recente con uno scambio lettere e regali. Tuttavia, l’esternazione del capo di Forza Italia in cui ha detto che, se fosse primo ministro, non incontrerebbe mai Zelensky, ha causato polemiche a non finire. Suscitando l’imbarazzo della maggioranza di governo.
Giorgia Meloni ha replicato reiterando la fedeltà dell’Italia alla politica occidentale in Ucraina, il che significa fedeltà alla Nato e agli Usa. Pareva che la rotta della nostra politica estera fosse condivisa, pur sapendo che in alcuni partiti della maggioranza (e anche dell’opposizione) albergano dubbi circa l’opportunità di sostenere Zelensky fino in fondo.

Meloni nuova garante Usa

L’improvvisa esternazione del Cavaliere ha cambiato il quadro, anche se Berlusconi ha ribadito la fedeltà del suo partito all’Alleanza Atlantica. Resta l’impressione è che il governo, in carica da pochi mesi, sia diviso al suo interno su una questione così cruciale. La divisione si verifica pure all’interno degli stessi partiti. Il ministro degli Esteri Tajani, esponente di spicco di Forza Italia, non si è dimostrato entusiasta.

Dissenso silenziato e dubbi legittimi

Si noti inoltre che anche in altre nazioni europee (Germania in primis) l’opinione pubblica non sembra affatto convinta che la strategia di Usa e Nato sull’Ucraina sia quella giusta. Tutto questo fa il gioco di Putin che, sin dall’inizio dell’invasione, cerca di dividere gli alleati occidentali per poter meglio perseguire i suoi scopi. In realtà i dubbi sulla figura di Zelensky e sulla sua strategia del muro contro muro con la Federazione Russa sono molto diffusi in gran parte dei Paesi europei.

La scomunica di Weber papa

Tale strategia rischia di precipitare l’intera Europa in uno scontro diretto con Mosca, scontro che potrebbe trasformarsi in un conflitto nucleare. Ciò che appare intollerabile, però, è la “scomunica” di Berlusconi da parte del capogruppo del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber.
Quest’ultimo ha deciso di annullare la prevista riunione del PPE a Napoli. Risultano inquietanti alcune sue parole: “l’appoggio all’Ucraina non è facoltativo”. Che vuol dire? Si deve concludere che tale appoggio, per Weber, è “obbligatorio”. Ma è lecito chiedersi se simili espressioni si possano usare nell’ambito dell’Unione Europea.

Komeinismo-Zelernskysmo?

Dopo tutto non siamo nell’Iran khomeneista. Nella Ue sono sacre la libertà di espressione e di pensiero. Si possono esprimere dubbi sia sull’amicizia tra Berlusconi e Putin, sia sulla figura di Zelensky. Però, nel contesto europeo, i dubbi non possono essere puniti con le scomuniche.

A un democristiano bavarese come Manfred Weber tale potere dovrebbe essere negato, poiché non è in linea con l’ispirazione di fondo della Ue. Nella comunità europea chiunque è libero di dire la sua senza incorrere in scomuniche di alcun tipo.