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Uno dei tanti motivi per cui si è perso il referendum

Uno dei tanti motivi per cui si è perso il referendum

Come dice Ilaria Salis in politica non serve avere ragione, occorre avere forza delle proprie idee...

Uno dei tanti motivi per cui non è stato raggiunto il quorum dei cinque quesiti referendari lo si ritrova a urne chiuse, mentre nei seggi non hanno ancora posato le matite.

A destra il partito del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i suoi alleati, soprattutto i leghisti, esultano appropriandosi della vittoria. Curioso, sono gli stessi che lamentavano “un’eccessiva politicizzazione” del referendum. Ora si appuntano la stelletta. Hanno vinto a modo loro, senza mai stare nei contenuti, invitando i loro seguaci all’annichilimento degli strumenti democratici gonfi di revanscismo. Ma non è questo il motivo. Questo al massimo è il fastidio per una classe di governo che gode nel vedere i suoi cittadini esultare mentre si stringono il cappio al collo.

Nella simulata compagine che vorrebbe essere l’alternativa a questa maggioranza Carlo Calenda (pendolo sentimentale un po’ a destra e un po’ a sinistra) ne approfitta per demolire il cosiddetto campo largo. Matteo Renzi – che di referendum si era dichiarato politicamente ucciso prima di ripensarci – s’offre come rimedio al fallimento. Nel partito democratico la banda dei cosiddetti riformisti ne approfitta per scavare la fossa alla loro segretaria. Non riescono a trattenere la loro riprovevole abitudine di giocare all’ammazza segretaria anche sulla pelle delle persone e dei lavoratori. Qualcuno prova – male – a piegare i numeri per intravedere uno spiraglio di vittoria.

Come dice Ilaria Salis in politica non serve avere ragione, occorre avere forza delle proprie idee. E chi non è capace di apparire comunità con i suoi alleati e nel suo partito difficilmente può cementare abbastanza comunità tra i cittadini.

10/06/2025

da Left

 Giulio Cavalli

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