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Turismo: la Russia apre agli stranieri, l’Europa ostacola

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La mobilità internazionale modello vecchia Unione Sovietica ma all’incontrario: la Russia apre ai turisti stranieri, europei e italiani compresi, e l’Unione Europea limita e ostacola l’arrivo dei russi sia per vacanza che per motivi privati.

Visto elettronico per 30 giorni

Il presidente russo Vladimir Vladimirovic Putin ha firmato la legge che consente di soggiornare, con un visto elettronico, in Russia fino a 30 giorni raddoppiando la regola precedente dei 16 giorni massimi. Attualmente il visto elettronico (o E-Visa) è disponibile per i turisti provenienti da 64 paesi, tra cui l’Italia, e può essere ottenuto sia per turismo che per prendere parte a eventi culturali, forum scientifici, competizioni sportive e meeting di lavoro. Regole di apertura completamente diverse rispetto a 45 anni fa quando c’era ancora l’Unione Sovietica.

  • Oggi 3 agosto, all’allora stadio Lenin (oggi Luzhniki) accompagnate dalla canzone ‘Do svidanya, Moskva’ cantata dall’artista di Stato, Lev Leshchenko, si aprivano le Olimpiadi estive dell’orsacchiotto ‘Misha’, quelle di Mosca ’80.

Le nuove rigidità europee

Ben diversa è la situazione in Unione Europea. Spazio aereo chiuso, nessun volo da e per la Russia da fine febbraio 2022, confine russo-finlandese chiuso da oltre un anno dalle autorità di Helsinki, confine russo-estone aperto solo durante il giorno e complicato da attraversare per la puntigliosità degli agenti di frontiera di Tallinn. Quella baltica sarebbe la via più economica (non la più veloce!) ma è resa un’odissea. Alla frontiera di Narva, le autorità estoni costringono i turisti – noncuranti del loro stato fisico e delle condizioni meteo – ad attraversare il confine a piedi e percorrere più di un chilometro e mezzo portandosi dietro borse e valigie.

La voglia di Europa, fin che dura

La voglia di Europa con le sue bellezze – paesaggistiche, culturali e turistiche, ovviamente, non quella dei pacchetti di sanzioni contro la Russia – è sempre un richiamo per i russi. A seguito dell’impennata del costo dei visti consolari imposti dai Paesi dell’area Schengen, dal 2022 al 2024 i russi, come riporta il quotidiano economico russo Vedomosti (‘Notizie’), hanno speso 5,8 miliardi di rubli (63.257.236 euro) in più per ottenere un visto con una spesa totale pari a 11,2 miliardi di rubli (122.151.904 euro).

Visto ‘carcicosti’

Per una richiesta di visto, tenendo conto delle commissioni di servizio e dell’aumento del tasso di cambio rispetto al rublo, i russi hanno pagato più del doppio. Se all’inizio del 2022 un visto per la Grecia costava circa 5.000 rubli (55 euro), ora il suo costo raggiunge gli 11.000 rubli (120 euro). Nonostante l’aumento dei costi, nel 2024 il numero di visti Schengen rilasciati ai russi è aumentato del 21%, raggiungendo le 542.000 unità. Si tratta di una cifra 7,5 volte inferiore rispetto al periodo pre-Covid. Nel 2019, i visti Schengen sono stati rilasciati a 4,05 milioni di persone. Come osserva Vedomosti, la pandemia di Covid-19 ha avuto l’impatto più significativo sul calo del numero di visti: nel 2020, il numero di visti è sceso a 640mila e nel 2021 a 510mila. In quel periodo, molti paesi europei hanno introdotto restrizioni anti-Covid.

Niente voli e visti problematici

Nel 2022 tutti i Paesi dell’UE hanno annunciato la chiusura del loro spazio aereo agli aerei russi e, inoltre, il sistema semplificato di rilascio dei visti è stato annullato: la tariffa consolare è aumentata da 35 a 80 euro e anche il periodo di esame delle domande è stato prolungato. Nell’estate 2024, la Commissione europea ha aumentato la tariffa a 90 euro per gli adulti e a 45 euro per i bambini dai 6 ai 12 anni.

Preferita l’Italia, nonostante tutto

  • Nel 2024, sempre secondo Vedomosti, i primi cinque Paesi per numero di visti rilasciati erano l’Italia (150mila), la Francia (120mila), la Spagna (110mila), la Grecia (6000) e l’Ungheria (2300).

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