Riarmo europeo: parole, fatti ed inganni. «Abbiamo bisogno di un’industria della difesa forte» ha dichiarato il 12 maggio la presidente della Commissione europea. Ma se fai i conti, scopri che sul piano della Difesa è tutta una clamorosa presa in giro. Una montagna di soldi all’industria militare (per ora soprattutto Usa) per rimanere con la stessa difesa di prima.
‘Pacchetto Omnibus sulla Difesa’
La Commissione promette il ‘pacchetto Omnibus sulla Difesa’ entro giugno, con norme e i regolamenti sulle autorizzazioni, gli appalti congiunti e altre questioni. Ma in realtà i problemi strutturali, finanziari e industriali europei, rendono impossibile ed economicamente insostenibile il massiccio riarmo dell’Europa. Salvo il fatto che nessun trattato prevede un’integrazione militare dell’Europa, né la costituzione di una Federazione Europea che consenta la costituzione di forze armate comuni o la definizione di una politica estera comune.
L’inganno del moltiplicare per 3
Europa che, sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina, da quasi tre anni senza gas russo a buon, ha creato calo della produzione industriale, de industrializzazione, boom dei costi energetici, linee di approvvigionamento e materie prime sempre più costose. Fonti militari ad Analisi Difesa: rispetto al 2021 il costo di quasi tutti i ‘prodotti militari’ è triplicato. Matematica elementare: se oggi le nazioni europee riuscissero a triplicare la quota del bilancio della Difesa dedicato agli investimenti, potremmo acquistare lo stesso numero di armi, equipaggiamenti e munizioni di quattro anni or sono.
Conti pratici alle botteghe della morte
Negli ultimi mesi del 2024 fonti industriali rilevavano che tra il 2021 e il 2024 il prezzo medio dell’esplosivo a uso militare è lievitato del 90%, l’acciaio del 59%, l’alluminio del 50%, i circuiti stampati del 64% e la carpenteria leggera di oltre il 100%. Ben oltre l’ottimistica moltiplicazione per tre.
Artiglieria. Un proiettile d’artiglieria da 155 mm (senza spoletta, sistema di guida e carica di lancio) prodotto in Europa lo paghi tra i 2.500 e i 4.000 euro. Nel conflitto in Ucraina i russi arrivano sparare anche 15/18 mila proiettili al giorno e gli ucraini 5/6mila, ecco lo sforzo finanziario oggi per sostenere la guerra dell’Ucraina nei limiti delle capacità produttive europee e statunitensi.
Bombe d’Aereo. Le bombe d’aereo Mk 82 da 227 chili sono passate, a seconda del tipo di esplosivo impiegato, da 6mila a 9mila e da 12 mila a 20 mila euro tra il 2021 del 2024. E solo il ‘corpo bomba’, senza i sistemi di guida che le rendono precise. Allo stesso modo è cresciuto il costo delle Mk 83 da 554 chili mentre le MK 84 da 908 chili sono raddoppiate, da 30 mila euro nel 2021 a 60 mila nel 2024.
Si gonfiano i bilanci ma non gli arsenali
Con questi numeri, facile comprendere che l’incremento delle spese militari gonfierà i bilanci della Difesa ma non consentirà di acquistare maggiori quantità di sistemi d’arma o munizioni. Anzi -valutazione tecnica di esperti-, gli aumenti del costo dell’energia, dell’esplosivo, delle materie prime, significa che anche stanziando maggiori risorse finanziarie si potranno acquistare meno prodotti rispetto al 2021.
Esempio Gran Bretagna
Caso Gran Bretagna emblematico: con una spesa militare aumentata fino al 2,3 per cento del PIL nel 2025 (+15 per cento rispetto al 2023), Londra ha dovuto radiare una cinquantina di aerei da combattimento Typhoon, 30 elicotteri CH-47 e Puma, 55 droni e 5 navi militari oltre a trovarsi con il livello minino di effettivi dai tempi delle guerre napoleoniche.
Germania che vuole logorare la Russia
In Germania, dove il cancelliere Frederich Merz ha dichiarato di voler logorare la Russia in una guerra prolungata in Ucraina fino a convincerla ad accettare un cessate il fuoco, due centri studi hanno messo a confronto i costi di alcuni mezzi terrestri occidentali con gli omologhi russi e cinesi. Carri armati: un Leopard 2 A8 costa oggi 29 milioni di euro contro i 17,5 di un M1A2 Abrams statunitense, i 9,2 di un più vecchio Leopard 2A6, i soli 4,1 milioni di un T90 russo e i 2,3 milioni del cinese Type 99°. E la guerra in Ucraina ha confermato che nessun carro armato è invulnerabile diventa decisivo che con il costo di un nuovissimo Leopard 2A8 si producono 7 T-90.
Conti Pubblici italiani
L’Osservatorio dei conti pubblici italiani ha rilevato che gli aerei da combattimento occidentali più avanzati hanno raggiunto nel 2024 un costo di 169 milioni di euro per un Eurofighter Typhoon, 152 milioni per un F-35 e 119 milioni per un Rafale. Difficile stabilire il prezzo di un Sukhoi Su-35 russo –avverte Analisi Difesa-, ma i cinesi lo pagarono 20 milioni di euro ad esemplare nel 2015: se oggi il costo fosse anche raddoppiato, sarebbe sempre un terzo o un quarto dei suoi concorrenti occidentali.
Si spende troppo e male
«Un mercato frammentato anche per i prodotti della difesa, in cui ogni paese dell’UE ordina separatamente». A cui aggiungere, l’assenza delle materie prime, il costo dell’energia più alto tra tutte le aree industrializzate del mondo al punto da aver costretto molte acciaierie a chiudere almeno parte degli stabilimenti mentre in Polonia la Huba Czestochowa è stata rilevata direttamente dal ministero della Difesa.
Tra Patria e dividenti
Dati industriali russi od occidentali: colosso pubblico Rostec (800 tra aziende e centri di ricerca situati in 60 regioni per un totale di oltre 600 mila dipendenti), redditività zero. Aziende occidentali, gonfiati gli ordini, i ricavi e le quotazioni borsistiche esplodono. Si potrebbe quindi affermare che l’industria della Difesa russa lavora per la Patria mentre quella occidentale per i dividendi degli azionisti.
21/05/2025
da Remocontro