Medio Oriente. Trump è un irresponsabile e un burattino nelle mani di Netanyahu. Le ultime decisioni belliche porteranno altro caos nella regione, nel Mediterraneo e alle porte di casa nostra
Come previsto gli europei umiliati e sbeffeggiati. Dormivano tutti, i nostri governanti europei, italiani compresi. Ieri in un breve post su Facebook mi domandavo se Trump potesse dire di no a Israele e chi comandasse nel mondo. Ecco la risposta in meno di 24 ore.
Il maggiordomo di Israele, Trump, ha ceduto alle richieste di un criminale di guerra sanzionato come Putin dalla corte penale internazionale. Ma qui si ostinano a fare inutili distinzioni e, incredibilmente, nessun governo europeo condanna, adesso siamo coinvolti in una guerra perché gli iraniani potrebbero mettere nel mirino, se ne avranno la forza, le basi americane non solo in Medio Oriente ma anche in Europa e in Italia. E Trump non ha avvisato nessuno perché è un irresponsabile che considera gli europei dei camerieri come del resto abbiamo notato prima al G 7, abbandonato senza neppure salutare, e poi ieri quando a Ginevra Francia, Germania e Gran Bretagna hanno incontrato inutilmente il ministro degli Esteri iraniano Aragchi.
Quanto a Netanyahu non ci considera degni neppure di un whatsapp mentre qui, soprattutto in Italia, ripetiamo come imbecilli la formuletta che “Israele deve difendersi”. Come no, anche a rischio di mettere in pericolo i nostri cittadini oltre che quelli iraniani e migliaia di palestinesi che Israele continua a uccidere nella Striscia di Gaza. Solo quello sciocco del cancelliere tedesco Merz può pensare che “Israele fa il la lavoro sporco per noi”. Israele fa le sue guerre violando sistematicamente il diritto internazionale e umanitario, fa i suoi interessi che sono contrapposti ai nostri e ora con l’attacco all’Iran appoggiato dagli Stati uniti ha scatenato una guerra che noi non abbiamo dichiarato. Netanyahu non ha nessuna considerazione per gli europei e l’Italia, anzi umilia sistematicamente la nostra diplomazia che chiede con toni infantili la “de-escalation”.

Del resto è quello che ci meritiamo con i nostri governanti e un apparato mediatico e propagandistico che non riesce mai a prevedere nulla. E pensa che la guerra sia come il meteo o il traffico sulle autostrade del week end: così ci siamo comportati davanti al genocidio di Gaza, spettatori impotenti e persino noncuranti. Per Israele c’è sempre una giustificazione e siamo disposti ad avallare anche le più grosse bugie sul nucleare iraniano. Salvo poi renderci conto che come in Iraq nel 2003 andiamo in guerra senza neppure sapere perché.
Cosa faranno adesso Cina e Russia? I cinesi sono preoccupati perché l’Iran è insieme all’Arabia saudita il suo maggiore fornitore di petrolio. Teme persino che Teheran, afferrata alla gola da questo attacco israelo-americano, possa chiudere lo stretto di Hormuz dove passa il 25% delle forniture mondiali. Una mossa che ovviamente pagheremmo tutti noi, non solo i cinesi. Trump, che aveva promesso la fine delle guerre, se la gode: la guerra contro l’Iran è un modo per mettere anche gli europei alle corde, ce ne accorgeremo presto quando andremo a negoziare sui dazi. Gli Usa sono pieni di debiti e Trump vuole che li paghiamo noi. Oppure pensavate qualche cosa di diverso?
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Il presidente americano, al servizio di Netanyahu, adesso gongola: “Grandi guerrieri americani, nessun altro esercito al mondo – dice – avrebbe potuto fare questo”. Non abbiamo dubbi: si sente la vittoria in tasca in un conflitto deciso da Netanyahu mentre lui stava ancora negoziando con gli iraniani. Se Trump umilia gli europei e i suoi alleati, lui appare come un burattino manovrato dal premier dello stato ebraico. Il quale, è bene dirlo, si consulta con Putin: il leader russo è alleato con l’Iran, che gli fornisce i droni per la guerra in Ucraina, ma allo stesso tempo condivide con Netanyahu l’obiettivo di prendersi la terra altrui. Non vuole un cambio di regime a Teheran ma non sembra in grado di evitare una sconfitta come quella già subita in Siria. Putin passa qui in Occidente come uno stratega ma non è riuscito ad abbattere Zelenski e neppure a tenere in piedi Assad.
E adesso che succede? Netanyahu garantisce che l’ingresso in guerra degli Stati uniti “cambierà la storia”. Dobbiamo tenere a mente queste parole, le stesse che abbiamo sentito in Iraq, in Afghanistan, in Libia. Non solo come sappiamo la storia non è cambiata ma queste decisioni belliche porteranno altro caos in Medio oriente, nel Mediterraneo e alle porte di casa nostra. E’ con il caos che il duo Netanyahu-Trump vuole decidere il destino dei popoli e delle nazioni: le macerie di Gaza e dell’Iran saranno anche le nostre. Non lo sapevamo già?
22/06/2025
da Il Manifesto