L’argine dell’antisemitismo sventolato come scudo per l’impunità del governo Netanyahu si sbriciola giorno dopo giorno di fronte alla verità
Può essere un errore prendere a bersaglio «bambini assetati in fila per avere acqua»? Un errore sparare su ambulanze, medici, infermieri, su civili inermi e affamati che rischiano la vita per un pugno di farina? Un errore distruggere ospedali, uccidere «bambini ricoverati per denutrizione»? Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: no.
Anche dalle parti del Quirinale qualcuno deve avere pensato che fosse il caso di pronunciare una parola sul genocidio trasmesso in diretta da Gaza. La condanna (tardiva) di Mattarella arriva in contemporanea con l’avvio del percorso di riconoscimento della Palestina da parte di altri 14 Paesi alla conferenza promossa da Francia e Arabia Saudita alle Nazioni Unite. Un documento invita le nazioni che non hanno ancora riconosciuto la Palestina a farlo, invocando «un passo essenziale» verso una pace duratura.
L’argine dell’antisemitismo sventolato come scudo per l’impunità del governo Netanyahu si sbriciola giorno dopo giorno di fronte alla verità. La propaganda giorno dopo giorno si sbriciola sotto il peso dei fatti. E così la fame torna a chiamarsi fame, il sistematico assassinio degli innocenti diventa cristallino e il neonazismo israeliano si svela sotto la coltre della sua drammatica storia.
Vale quindi la pena ricordarsi di ricordare coloro che dal 7 ottobre del 2023 hanno concimato il genocidio (e insistono a farlo) da destra a sinistra, ricordare i servi sciocchi, ricordare i collaborazionisti, ricordare i vili, ricordare gli apparenti equidistanti che altro non erano che lubrificatori della strage.
Ricordarseli bene, ricordarseli tutti.
31/07/2025
da Left
Disegno di Marilena Nardi