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Netanyahu vuole tutta Gaza

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Nessun negoziato, nessun accordo, solo fuoco, fame e occupazione. Netanyahu propone di lanciare su Gaza un attacco ancora più violento, con l’obiettivo di occuparla tutta, anche le zone che rimangono al momento libere dai militari (ma non dai bombardamenti).

TEL AVIV AVEVA promesso una tregua giornaliera, rotte sicure per i convogli umanitari. Ma serviva solo a prender tempo e a placare la pressione internazionale, quella debole dei governi, quella più forte dei popoli. «Il dado è tratto», hanno dichiarato ieri alti funzionari al Canale 12 israeliano e a Ynet News, «occuperemo la Striscia di Gaza». Gli attacchi di terra saranno ampi anche nelle aree in cui si pensa possano trovarsi gli ostaggi e dove fino a ora la pressione è stata limitata per proteggere la loro sopravvivenza.

Il dado è tratto, occuperemo la Striscia di Gaza»Alti funzionari israeliani a Canale 12 e Ynet News

Hamas ha più volte dichiarato che ogni tentativo di recuperare con la forza i prigionieri israeliani porterà alla loro morte. Nelle ultime settimane lo scontro tra i familiari degli ostaggi e alcuni membri del governo si è fatto più aspro. Netanyahu e i suoi ministri più estremisti giudicano l’occupazione totale di Gaza e la distruzione di Hamas un obiettivo più importante della salvezza di 50 prigionieri (di cui probabilmente venti ancora vivi).

Ieri, durante una sessione della Knesset, la parlamentare del Likud (partito di Netanyahu) Tally Gotliv ha addirittura urlato alle famiglie che chiedevano un accordo di liberazione di smetterla di parlare: «Sì, stai zitto. Chiudi completamente la bocca».

Dopo i filmati rilasciati da Hamas che mostrano Evyatar David e Rom Braslavski smagriti e consumati dalla fame (come la popolazione di Gaza), il governo di Tel Aviv ha scelto la via della vendetta a quella della negoziazione. Anche se il gruppo palestinese si era detto disponibile a lavorare con la Croce rossa internazionale affinché cibo e medicine raggiungano i prigionieri, specificando che lo stato in cui versano dipende dall’assedio voluto da Tel Aviv.

Netanyahu, da parte sua, è tornato a negare la terribile situazione umanitaria in cui si trovano più di due milioni di palestinesi, dichiarando che la fame è vera solo per gli ostaggi.

Nonostante il convincimento delle fonti citate dai media israeliani, la questione verrà risolta all’interno del gabinetto di guerra che il premier convocherà oggi. Non tutti sono a favore dell’intervento. Anzi, la spaccatura tra governo e vertici dell’esercito potrebbe trasformarsi in scontro aperto. «Se il capo di stato maggiore (Eyal Zamir, nda) non è d’accordo, dovrebbe dimettersi», hanno aggiunto i funzionari.

SECONDO il Times of Israel ci si aspetta che sei membri del gabinetto votino a favore dell’ampliamento delle operazioni di guerra e dell’occupazione totale. Sette potrebbero votare contro. Incerta la scelta del ministro della difesa Israel Katz. E qualche dubbio potrebbe sorgere anche sul leader del partito ultraortodosso Shas. Proprio ieri, infatti, è stato votato il licenziamento di Yuli Edelstein, il presidente della commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset. Edelstein si opponeva con forza all’esenzione dell’obbligo di leva per gli ultraortodossi, esonero promesso da Netanyahu ai suoi alleati di governo. Al suo posto, Boaz Bismuth, sostenitore di una bozza di legge favorevole allo Shas.

Sempre ieri il parlamento ha votato all’unanimità anche per il licenziamento della procuratrice generale Gali Baharav-Miara, che si è opposta alla riforma della giustizia proposta dal premier e che guida il processo per corruzione in cui è imputato lo stesso Netanyahu. Baharav-Miara ha definito il suo licenziamento «illegale». Si attende ora la pronuncia dell’Alta Corte.

Nella Striscia uccisi dai raid 94 palestinesi, altri cinque si sono spenti per la fame

Poco prima che il premier informasse i ministri della decisione di occupare quel che resta di Gaza (l’esercito ne ha invaso già il 75%), circa seicento ex funzionari e membri dell’intelligence israeliani hanno sottoscritto una lettera al presidente Usa Trump per chiedergli di fermare il primo ministro e la guerra di Gaza.

Il gruppo del Cis (Commanders for Israel’s security) è composto da generali dell’esercito in pensione, leader dei servizi segreti (Mossad) e di sicurezza interna (Shin Bet), comandanti di polizia e capi del corpo diplomatico. I 550 firmatari hanno dichiarato che «tutto ciò che poteva essere raggiunto con la forza è stato raggiunto».

L’appello sembra contare esclusivamente sulla certezza che il tycoon sia l’unico in grado di fare pressione sul premier israeliano affinché sottoscriva un accordo con Hamas.

INTANTO, a Gaza almeno 94 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore dal fuoco israeliano, di cui 29 mentre si trovavano in attesa di ricevere aiuti. Altre cinque persone si sono spente a causa della fame, portando il totale dei decessi per stenti a 180, tra cui 93 bambini. Uday al-Quraan, un’infermiera dell’ospedale Martiri di Al-Aqsa, a Deir el-Balah, è morta schiacciata dagli aiuti paracadutati sulla Striscia. Il governo giordano ha denunciato che i camion di aiuti umanitari vengono bloccati e attaccati da gruppi di israeliani.

05/08/2025

da Il Manifesto

Eliana Riva

Storica, esperta di Paesi Islamici, documentarista

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