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Meloni brandisce Kirk contro le opposizioni

Meloni brandisce Kirk contro le opposizioni

Politica Italiana

14/09/2025

da Il Manifesto

Andrea Colombo

Tono scatenato. Colpa della sinistra. L’attacco alla minoranza: «È il momento di chiedere conto». Schlein: «Se non fa i nomi è lei che fomenta questo clima»

La destra di tutto l’occidente, e dunque anche quella che sta al governo in Italia, brandisce come arma molto contundente l’assassinio di Charles Kirk. Giorgia Meloni mette da parte il completo a doppio petto e per qualche ora, alla festa romana dell’Udc, impugna il manganello. Mena di brutto su quelli che «giustificano l’omicidio intenzionale di un ragazzo che aveva il coraggio di difendere le proprie idee». Per la premier non è una storia americana, anche se nel Paese della libertà l’omicidio politico ha lunga storia e sanguinosa tradizione, spesso per mano di scervellati a cui nessuno osa negare armi precise e letali. Si lancia nella denuncia: «Anche in Italia il clima sta diventando insostenibile», e addita senza esitazioni i colpevoli del letale inquinamento: «È arrivato il momento di chiedere conto alla sinistra italiana di questo giustificazionismo? Dobbiamo immaginare pene inferiori per chi spara a un esponente di destra?».

«SE MELONI NON FA I NOMI è lei che fomenta il clima d’odio», replica Schlein. Che sulla rete parecchie jene da tastiera si siano scatenate è vero, ma è l’uso comune sui social e vale quel che vale, cioè pochissimo. Il destro alla premier per il suo indecoroso affondo lo ha offerto solo Piergiorgio Odifreddi, con un post quanto meno incauto che Giorgia ingigantisce e amplifica a piacimento: «Ha detto che sparare a Luther King o a un rappresentante Maga non è la stessa cosa. Intende che ci sono persone a cui è legittimo o meno grave sparare in base alle loro idee?».

ODIFREDDI SI AFFRETTA a precisare: «Ho solo detto che se uno usa quei mezzi ci si può aspettare di suscitare reazioni di questo genere. Il che non significa ovviamente giustificarlo». La slavina però ormai è irrefrenabile e in ogni caso ci sarebbe stata comunque, anche se il matematico avesse evitato quel commento.

LA PREMIER È SOLO LA VOCE più alta in un coro foltissimo, da Crosetto che se la prende con quelli, inutile dire da che parte collocati, che «incitano la folla e ne alimentano i sentimenti peggiori usando parole violente», a Piantedosi, che come sempre è il più sornione e si limita a mettere in guardia dai «processi di emulazione», al moderato Tajani che in questo caso non si modera nemmeno un po’: «Ci sono in Italia troppi cattivi maestri che usano un linguaggio violento nei confronti degli avversari politici». Nel mirino dell’azzurro c’è soprattutto il M5S. È a Conte che si rivolge quando s’infiamma: «Basta con questo linguaggio violento si sta trasformando la politica in una caccia all’avversario. Non possiamo tacere perché la situazione sta peggiorando».

IL PD REPLICA accusando la destra di «incendiare il clima per coprire il nulla di fatto». Conte, giustamente, segnala come questo uso del «vittimismo» serva ad «alzare i toni fingendo di abbassarli». Renzi è il più drastico nel contrattacco: «È ora che Meloni la finisca di strumentalizzare e fare la vittima su tutto». L’intera opposizione arriva per vie diverse alla stessa conclusione: «Meloni pensi a governare».

Ma immaginare che la destra usi la salma di Kirk solo per coprire le proprie difficoltà o per farsi un po’ di pubblicità facile è un’interpretazione quanto meno ottimista. L’obiettivo certamente di Trump in casa sua ma forse anche della destra che governa da noi è adoperare il sangue di Charles Kirk per esercitare nel nome del martire una drastica stretta sulle libertà politiche e sull’agibilità degli spazi democratici per l’opposizione. Dal denunciare «il clima d’odio creato dalla sinistra» come origine del crimine a intervenire per impedire ciò a cui si imputa di creare quel clima il passo è brevissimo.

LA COSTRUZIONE DEL MARTIRE come spregiudicata arma letale è antica quanto la politica. Nel secolo scorso la destra fascista la ha adoperata più e meglio di chiunque altro, da Horst Wessel a Weimar a Calvo Sotelo, alla vigilia della guerra civile spagnola. Ma non era mai successo, o almeno non in questa misura, che il martire fosse impugnato e adoperato così sfacciatamente in ogni Paese. Con una differenza: dove non governa l’uso che la destra può fare del delitto si limita alla propaganda. Dove governa, come negli Usa o da noi, può andare molto oltre.

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