20/12/2025
da Il Fatto Quotidiano
Il nuovo emendamento del governo: i risparmi arriveranno a 130,8 milioni nel 2035. Nella proposta anche le misure per le imprese e il contributo a carico delle assicurazioni. Il ministro scherza: "Dimissioni? Ci penso tutte le mattine..."
La commissione Bilancio del Senato ha concluso le votazioni degli emendamenti della manovra e ha conferito il mandato ai relatori. Il testo approderà in aula a Palazzo Madama lunedì 22 dicembre alle 9,30, come inizialmente stabilito. “Alla fine è andata e alla fine, come tutte le leggi di bilancio che ho fatto, ogni fiume arriva al mare”, è il commento del sottosegretario al Mef, Federico Freni, alla conclusione della giornata in cui il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dovuto depositare un altro maxi-emendamento con nuove coperture dopo gli interventi fatti saltare dal suo stesso partito, la Lega. Ripresi nel pomeriggio, i lavori sono avanzati a singhiozzo tra proteste delle opposizioni e sospensioni. La prima per i chiarimenti chiesti dalle opposizioni sulle coperture “poco trasparenti”. La seconda per le proteste sul condono edilizio, precedentemente accantonato e riproposto in un emendamento da Fratelli d’Italia. Situazione poi sbloccata con la trasformazione in ordine del giorno. “Emendamento di fatto ritirato: un odg non si nega a nessuno, ma come si sa non ha valore vincolante”, il commento dei capigruppo delle opposizioni. Malumori anche per i “140 milioni in meno nel Fondo per i farmaci innovativi: significa togliere armi a chi deve combattere per la propria vita contro patologie gravissime, è ripugnante”, il commento di Andrea Quartini del M5s.
La commissione ha lavorato sul nuovo emendamento dell’esecutivo, costretto a riscrivere le coperture alla manovra dopo il veto leghista contro la stangata sul riscatto della laurea e l’allungamento di sei mesi della finestra tra il raggiungimento dell’età pensionabile e l’arrivo dell’assegno di pensione. A saltare è stata innanzitutto la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipata cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare per raggiungere l’importo minimo previsto. La proposta sopprime una norma introdotta con l’ultima legge di bilancio e fortemente voluta da un altro leghista, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, con l’obiettivo di rendere più flessibile l’uscita: consentiva ai lavoratori in regime contributivo di sommare anche la rendita dei fondi complementari per poter andare in pensione di vecchiaia a 64 anni, con vent’anni di contributi. La proposta era stata presentata come un primo passo per considerare cumulabili gli importi della pensione principale con quella complementare, e aprire poi un varco per consentire anche in futuro l’estensione ai lavoratori pre-1996. La cancellazione consente ora di ottenere un risparmio sulla spesa pensionistica crescente nel tempo: 12,6 milioni di risparmi nel prossimo anno, 36 nel 2027, 51,7 milioni nel 2028, 70 milioni nel 2029, 71,9 milioni nel 2030, 74,8 milioni nel 2031, 85,3 milioni nel 2032, 101,6 milioni nel 2033, 119,2 milioni nel 2034 e 130,8 milioni nel 2035.
Lo stop all’anticipo di pensione con i fondi complementari è dunque la “pezza” messa da Giorgetti per coprire gli interventi al risparmio sulle pensioni saltati per l’opposizione della Lega. Ma c’è dell’altro. Aumentano anche i tagli ai fondi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, cioè coloro che hanno raggiunto almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età. A quelli già previsti dalla legge di bilancio, si aggiunge una sforbiciata di 140 milioni a partire dal 2033, che diventa di 190 milioni a decorrere dall’anno seguente, col rischio di nuove regole per limitare l’accesso. Taglio di 40 milioni annui dal 2033 anche per il Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti, tali da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso rinviare l’uscita, con la dotazione del fondo ridotta da 233 a 194 milioni annui. “La verità è che abbiamo trovato come sempre una soluzione, meglio passare per antipatico e trovare le soluzioni giuste. È una prova che la soluzione c’era e siamo a posto tutti”, festeggia il senatore Claudio Borghi, frontman della rivolta leghista e relatore della manovra, a margine della seduta di Commissione. “In un mondo di persone che dicono sempre di sì i risultati non si portano a casa. Questa volta è toccato a me fare la parte dell’antipatico, ma penso che nessuno tra maggioranza e opposizione sarebbe stato felice di vedere persone che avevano già pagato il riscatto della laurea vederselo azzerare o persone che anche soltanto in termini prospettici futuri avrebbero dovuto rimanere per mesi senza stipendio e senza pensione”.
Nell’emendamento ci sono anche le misure per le imprese chieste da Confindustria e finora tenute fuori dal testo, in particolare lo stanziamento delle risorse per i crediti d’imposta Transizione 5.0 e Zes (Zona economica speciale); le misure sul Tfr, tra cui l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neo assunti; il contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni, le risorse per il Piano casa, che però calano da 300 a 200 milioni per il biennio 2026-2027, e lo spostamento al 2032 e 2033 degli stanziamenti relativi al Ponte sullo Stretto di Messina, dopo lo stop al progetto arrivato dalla Corte dei conti. Nello specifico, la proposta del governo conferma lo stanziamento di 1,3 miliardi per incrementare le risorse destinate al credito d’imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Confermate anche le risorse aggiuntive, fino a 532,64 milioni di euro, per le aziende che hanno fatto domanda per il credito d’imposta per la Zes unica. Per quanto riguarda il contributo a carico delle assicurazioni, si stabilisce che entro il 16 novembre di ogni anno gli assicuratori versino a titolo di acconto una somma pari all’85% del contributo dovuto per l’anno precedente. In commissione intano è stato approvato il subemendamento di FdI-Lega che estende anche ai contratti rinnovati nel 2024 la tassazione agevolata al 5% sugli incrementi retribuitivi corrisposti dal 1 gennaio 2026. Ampliata anche la platea dei beneficiari, col tetto di reddito che sale da 28mila a 33mila euro. “Risultato di enorme rilievo che consente l’applicazione anche ad altre centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori, a partire da quelli con i contratti del commercio, firmato lo scorso anno, e del settore metalmeccanico, siglato poche settimane fa”, ha commentato in serata il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
In mattinata il ministro Giorgetti è arrivato in Commissione a palazzo Madama, dove il testo è in discussione in prima lettura. Intercettato dai cronisti, sullo stop all’anticipo pensionistico con i fondi complementari risponde in modo franco: “Quella è una cosa introdotta l’anno scorso, dal nostro governo, che pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica“, dice. E alla domanda se abbia pensato alle dimissioni in queste giornate di tensione risponde: “Ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare. Però siccome è la 29esima legge di bilancio che faccio, so perfettamente come funziona, so che sono cose naturali. C’è un Parlamento, ci sono le commissioni, ci sono le proposte del governo, alla fine a me interessa il prodotto finale, non quello che presento. Naturalmente crediamo di aver fatto delle cose giuste, pensiamo di lavorare bene nell’interesse di tutti gli italiani e i risultati vanno in questa direzione. Però adesso tocca al Parlamento”.

