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L'Opzione Sansone di Donald Trump

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Ieri sera Donald Trump ha fatto un annuncio straordinario, i dazi verso tutti i paesi del mondo rimarranno fermi – per i prossimi tre mesi - alla “tariffa base” del 10% tranne che per la Cina con la quale si è aperto un durissimo botta e risposta che ha portato i dazi cinesi sulle merci importate dagli USA all'84% mentre quelli americani sulle merci importate dalla Cina sono saliti al 125%. 

Un brusco cambio di strategia – tipico di Donald Trump – che però non modifica di molto la prognosi emessa dagli economisti: si fa sempre più concreto un rischio di aumento dell'inflazione, soprattutto per i beni a largo consumo i quali molto spesso provengono proprio dalla Cina. 

A mio modo di vedere però non è da escludere che la vera strategia studiata da Trump per risolvere il problema dello squilibrio commerciale e finanziario sia quello di far esplodere appositamente l'inflazione nel paese. Dunque l'inflazione potrebbe essere come la vera amara medicina necessaria a risolvere i problemi economici statunitensi. Da notare che non a caso Trump chiede insistentemente alla FED di abbattere i tassi di interesse aggravando proprio il rischio di fiammata inflazionistica.

L'inflazione è infatti una tassa implicita che abbatte il potere d'acquisto della popolazione. Inoltre è anche una tassa regressiva che colpisce in maniera violenta gli strati più poveri della popolazione che, come si sa, sono tanti, mentre i ricchi sono pochi! Intendo dire, che una fiammata inflazionistica non è male per ottenere l'effetto di migliorare la bilancia commerciale, perchè obbliga i “poveri” ad abbassare la propria domanda di beni che, in buona parte, non possono che essere provenienti dall'estero. Sarebbe una scelta cinica quella di far salire l'inflazione come effetto dei dazi, ma sarebbe anche una scelta efficace e che, oltretutto, può essere comunicata da Trump come un male necessario non voluto, e che però consentirà di arrivare alla tanto agognata re-industrializzazione del paese tanto voluta proprio dalle classi sociali a reddito più basso che sono quelle che più di tutte hanno sofferto per la rarefazione dell'offerta di lavoro. Da notare che però l'inflazione potrebbe colpire anche le classi sociali ricche che vivono di rendita finanziaria perchè tutto questo enorme terremoto commerciale potrebbe colpire anche Wall Street oltre che il Dollaro che potrebbe svalutarsi fortemente. Altri due effetti questi che di fondo non dispiacerebbero a Trump perchè aiuterebbero a migliorare la bilancia commerciale colpendo la domanda dei rentiers, Non solo, verrebbero colpiti anche gli investitori esteri degli USA che soffrirebbero della probabile caduta di valore del dollaro e di Wall Street. Un effetto quest'ultimo che sarebbe accolto positivamente perché inizierebbe a far pagare il conto anche agli odiatissimi investitori esteri che nella logica trumpiana si sarebbero approfittati della buona fede degli statunitensi.

In qualche modo si può preconizzare dunque che Trump con questa enorme imposizione di dazi a tutti i paesi del mondo (per ora sospesa per tre mesi tranne che per la Cina) abbia scelto l'opzione Sansone. Una strategia tendente ad esportare la crisi americana, ormai imminente, verso il resto del mondo. Tutto questo con l'intento di intraprendere una gara di resistenza economica con i suoi maggiori competitori nella speranza di farli crollare prima di quanto non crolleranno gli USA stessi. L'ultimo zig zag negoziale della sospensione è andrebbe visto solo come una diluizione degli effetti voluti. Una ipotesi tipica di un giocatore d'azzardo come il Tycoon e che in qualche modo è stata annunciata da egli stesso con un paio di tweet emblematici.

10/04/2025

da L'Antidiplomatico

Giuseppe Masala

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