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L’«arma infame» di Israele a Gaza che il mondo non riesce a fermare

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L’arma infame: il Segretario dell’Onu Antonio Guterres e il Patriarca latino Pizzaballa chiedono di mettere fine alla politica della fame. Nella disperazione totale, assalto ai pochi aiuti che entrano a Gaza. Moshe Zuckermann e la ‘città umanitaria’ del ministro Katz. Salvini premiato come ‘vero amico di Israele’.

 

L’arma infame

«Affamati, disperati, si sono avventati su cinque camion del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), gli unici – dei trenta previsti – lasciati entrare da Israele attraverso il valico di Zikim nel nord di Gaza. Hanno preso quello che potevano. Lì la fame è realtà da lungo tempo. È stampata sui volti e sui corpi dei palestinesi che hanno scelto o sono stati costretti rimanere in quel paesaggio lunare in cui l’aviazione israeliana ha trasformato Beit Hanoun, Beit Lahiya, Sudaniyeh, Atrata e tante altre località. Quanti siano nessuno lo sa con precisione, pare decine di migliaia». Michele Giorgio, tra i più attenti cronisti sul campo.

Sopravvivere se Israele concede

Al nord della Striscia il cibo arriva solo quando Israele, permette al Programma Alimentare Mondiale  (Wfp) di distribuire il cibo e l’acqua e altri generi di prima necessità ai disperati, spesso bambini, che emergono dalla polvere e dalle macerie. Sfamare o aggregare bersagli? Ieri nel nord, l’esercito israeliano ha di nuovo aperto il fuoco sugli affamati, come accade ogni giorno da settimane. Fonti ospedaliere hanno riferito ad Al Jazeera che degli 81 palestinesi uccisi ieri da Israele, 31 sono stati colpiti mentre attendevano i pacchi alimentari.

I numeri della disumanità

Il Wfp calcola in almeno 500.000 le persone che sono in condizione di carestia, in 90.000 i bambini che necessitano urgenti cure contro la malnutrizione, riporta il Manifesto. Negli ultimi tre giorni, 21 bambini sono morti per malnutrizione e fame nella Striscia, ha denunciato ieri Mohammed Abu Salmiya, direttore dell’ospedale Shifa, il più grande di Gaza. «Stiamo andando incontro a un numero allarmante di morti a causa della fame inflitta alla popolazione», ha avvertito.

  • Il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa: «Gaza quasi totalmente distrutta e anziani, donne e ragazzi affamati e senza cibo. La situazione nella Striscia è moralmente inaccettabile».

Il sociologo ebreo

Moshe Zuckermann è un sociologo israeliano-tedesco e professore di storia e filosofia all’Università di Tel Aviv. «Neolingua israeliana: come un progetto di campo di concentramento viene rinominato in «città umanitaria» la< sua denuncia. Un ordine illegale, la cui realizzazione andrebbe considerata un crimine di guerra o un crimine contro l’umanità molto vicino al genocidio. Peggio su quel ministro da niente, «Nessuna protesta per le azioni inumane dell’esercito contro la popolazione civile, nessun segnale di shock rispetto a ciò che, in fin dei conti, viene eseguito in nome dei cittadini israeliani».

«Città umanitaria» di Orwell

«Viene da pensare a una neolingua orwelliana in cui ‘città umanitaria’ intende nascondere la realtà di un ghetto, un campo di concentramento nel caso più realistico. Ma nulla può più essere veramente nascosto. La classe politica israeliana, il suo esercito (si ricordi: «l’esercito più morale del mondo»), ma anche la stragrande maggioranza della popolazione israeliana hanno attinenza con un sentire umano nei confronti dei palestinesi, per non parlare degli aiuti umanitari, tanto quanto Netanyahu è incline a non mentire o i kahanisti aspirano alla pace con gli arabi».

La classe politica che ha avvelenato Israele

«Anche se il grosso della popolazione israeliana è stanca della guerra e preoccupata del destino degli ostaggi a Gaza (il cui orrendo destino è da tempo deteriorato in un giocattolo tattico-politico di Netanyahu), non riserva neanche una briciola di compassione per la situazione catastrofica nella Striscia di Gaza, è cieco nei confronti della sofferenza palestinese. Non ci sono manifestazioni contro la guerra, nessuna protesta per le azioni inumane dell’esercito contro la popolazione civile, nessuno shock rispetto a una pratica che viene eseguita in nome dei cittadini israeliani».

  • «Per non parlare del ruolo che in questa cupa realtà svolgono l’opposizione parlamentare e i media. Con piccolissime eccezioni, fa parte di quanto di più vergognoso abbia mostrato questa guerra in termini di società civile».

Suicidio politico collettivo

L’eclissi degli ultimi resti della democrazia israeliana come suicidio politico collettivo. Il razzismo israeliano e la disumanizzazione dei palestinesi. «A Gaza quotidianamente vengono uccise dozzine di civili, in parte proprio coloro che si recano a ricevere i necessari aiuti umanitari. Questo si aggiunge all’indifferenza con la quale in Israele si registra la politica con la quale si affama la popolazione di Gaza e quindi la morte di innumerevoli bambini e delle loro madri. Motto corrente: «Se lo sono cercato con il 7 ottobre. A Gaza non ci sono innocenti – tutti sono terroristi, compresi i bambini tutti potenziali terroristi

Antisemitismo accusa di comodo

«Cos’è che continua a portare gli israeliani a pratiche che fanno sorgere associazioni con le mostruosità della storia?». Domanda chiave dell’intellettuale ebreo. Basta il cercare riparo dietro l’accusa strumentale di antisemitismo, o al problema della sicurezza e alla feticizzazione della superiorità militare, denuncia il docente.

  • «L’accresciuta bramosia di distruggere e uccidere con il pretesto del ‘diritto all’autodifesa’, in cui ci si impegna nella disumanizzazione di coloro dai quali ci si vede costretti a ‘difendersi’, indica piuttosto che si mira a nascondere qualcosa di se stessi nello stesso modo in cui si intende nascondere qualcosa facendo diventare un campo di concentramento una ‘città umanitaria’».

PICCOLE NOTE

Dimmi gli amici che hai e ti dirò chi sei

Il vicepremier del governo Meloni, Matteo Salvini, ha ricevuto il premio Israele-Italia 2025, creato giusto quest’anno dall’Istituto Friedman, dall’Unione delle associazioni Italia-Israele, dal Maccabi World Union, dall’Israel’s defend and security Forum e da Alleanza per Israele. Con tanto di cerimonia nella sala del Cenacolo della Camera. Duri Pd, Avs e M5S: «Il vicepremier è complice di un governo criminale».

Gli asini sequestrati

Gli asini di Gaza requisiti dall’esercito in volo per Parigi. I soldati israeliani dopo averli presi nella Striscia li consegnano a una no profit. Ma quella che viene descritta come un’emergenza veterinaria poi non prevede la restituzione ai proprietari. Anzi molti asini di Gaza sono stati portati in aereo in Francia. «Abu Saber», come in arabo è spesso chiamato l’asino in onore della sua pazienza e forza, è stato presente in tanti aspetti della vita quotidiana di Gaza. Le offensive israeliane e la fame – per esseri umani e animali – hanno ucciso, secondo i dati dell’Onu il 43% di asini, cavalli e muli.

  • Le restrizioni israeliane agli aiuti alimentari non fa eccezioni per gli animali. In 21 mesi solo 2.000 tonnellate di mangime a Gaza. E una parte dell’orzo destinato agli animali è stata usata dalla popolazione per sfamarsi.

23/07/2025

da Remocontro

rem

 

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