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Gaza, l’esercito israeliano spara sui civili: almeno 70 morti e 100 feriti. Trump: “Presto liberi 10 ostaggi”

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Tra le vittime, almeno 35 stavano attendendo aiuti umanitari vicino ai centri di distribuzione. Le dichiarazioni del presidente Usa sui negoziati a Doha.

E’ salito a 70 il numero dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza negli attacchi dell’esercito israeliano dall’alba di oggi, 19 luglio. Tra le vittime, almeno 36 stavano attendendo aiuti umanitari vicino ai centri di distribuzione. Fonti ospedaliere a Gaza hanno riferito che più di 100 persone sono rimaste ferite negli attacchi. La protezione civile di Gaza, gestita da Hamas, ha parlato di “colpi d’arma da fuoco israeliani” vicino a due centri di aiuti umanitari nel sud della Striscia. Mahmoud Bassal, portavoce della protezione civile, ha specificato che 22 persone sono morte nei pressi di un centro a sud-ovest di Khan Younis e altre quattro a nord-ovest di Rafah, attribuendo entrambi gli attacchi a “colpi israeliani”, denunciando l’ennesimo episodio di violenza contro civili in cerca di aiuti. Altre tre persone sarebbero state uccise e molte altre sarebbero rimaste ferite in due attacchi aerei israeliani sul quartiere di Zeitoun, a sud di Gaza. Secondo il ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas, dall’inizio della guerra, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, a Gaza sono morte almeno 58.765 persone e 140.485 sono i feriti. Dalla fine di maggio, secondo quanto riportato da Al Jazeera, 900 persone sono state uccise in attesa della distribuzione di cibo dalla fine di maggio.

L’ospedale Nasser di Gaza ha ricevuto 35 corpi finora, dopo l’ultima sparatoria in un sito di aiuti alimentari della Ghf a Rafah, ha reso noto il ministero della Salute, aggiungendo che, mentre continuano a verificarsi “massacri” nei centri di distribuzione alimentare, i team medici hanno osservato un aumento significativo dei tassi di mortalità dovuti alla fame e alla malnutrizione. Il ministero ha invitato la comunità internazionale a “intraprendere azioni urgenti ed efficaci”. Il direttore dell’ospedale Nasser, Atef al-Hout, ha parlato di “un numero senza precedenti di vittime in pochissimo tempo”, avvertendo che il bilancio potrebbe peggiorare a causa della carenza di personale, attrezzature e medicinali. Testimoni e fonti locali hanno riferito che le truppe israeliane hanno circondato l’area di Al-Tina Street, dove migliaia di persone si erano radunate per raggiungere un centro di distribuzione alimentare, e hanno iniziato a sparare proiettili sulla folla, causando vittimi anche tra bambini e adolescenti.

In una dichiarazione, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha affermato che non si sono verificati incidenti nei pressi dei suoi siti di distribuzione di aiuti. Ha aggiunto che gli spari israeliani segnalati, e che avrebbero ucciso oltre 30 persone, sono avvenuti lontano dai siti e ore prima della loro apertura. Così l’esercito israeliano: “Dei palestinesi si sono avvicinati alle forze israeliane nell’area di Rafah in modo tale da costituire una minaccia”. Secondo l’Idf, i soldati avrebbero operato “per impedire ai sospetti di avvicinarsi, intimando loro di allontanarsi e, poiché non hanno obbedito, le truppe hanno sparato colpi di avvertimento”. Il portavoce ha aggiunto che “l’incidente si è verificato a un chilometro di distanza dal punto di distribuzione più vicino e durante la notte, quando il sito non era aperto per la raccolta degli aiuti”. Più in generale, “le forze dell’Idf hanno colpito nell’ultimo giorno circa 90 obiettivi a Gaza con attacchi aerei e di terra, continuando a eliminare terroristi, distruggere le loro infrastrutture e depositi di armi, sia in superficie che sottoterra”, è quanto scritto in un comunicato dell’esercito israeliano.

Nel frattempo, la questione degli ostaggi a Gaza è tornata al centro dell’attenzione internazionale con le dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Durante una cena con parlamentari repubblicani alla Casa Bianca, la sera del 18 luglio, Trump ha annunciato l’imminente rilascio di altri dieci ostaggi da Gaza. “Abbiamo recuperato la maggior parte degli ostaggi. Ne avremo altri dieci molto presto, e speriamo di concludere tutto rapidamente”, ha dichiarato Trump. Il riferimento è ai negoziati sostenuti da Washington in corso a Doha dal 6 luglio scorso tra Israele e Hamas. La proposta statunitense prevede una tregua di 60 giorni in cambio del rilascio di dieci ostaggi vivi e la restituzione dei resti di altri diciotto.

Ma ancora ieri le parti si sono scambiate reciproche accuse. “Se il nemico rimane ostinato in questo round di negoziati, non possiamo garantire un ritorno alle proposte di accordo parziale, inclusa l’offerta di scambio di 10 ostaggi”, ha dichiarato Abu Obaida, portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, che accusa Israele di continuare a proporre “un accordo globale che prevedesse il rilascio di tutti gli ostaggi in una sola volta”. “Hamas non sta facendo progressi sul rapporto tra prigionieri rilasciati e ostaggi”, ha invece dichiarato un funzionario israeliano. Un diplomatico arabo e una seconda fonte coinvolta nella mediazione hanno dichiarato che Hamas ha di fatto revocato il veto sulla discussione dei termini dello scambio di ostaggi-prigionieri dopo aver ricevuto le mappe aggiornate di Israele che descrivono il ritiro parziale delle Idf da Gaza durante la tregua di due mesi oggetto dei colloqui. Intanto i negoziatori israeliani rimangono in Qatar e un’altra delegazione è al Cairo per discutere dell’invio di aiuti umanitari in caso di cessate il fuoco.

19/072025  Ultimo aggiornamento: 15:24

da Il Fatto Quotidiano

Redazione

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