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Ex Ilva, un altro rinvio: il governo ancora fermo alle promesse

Ex Ilva, un altro rinvio: il governo ancora fermo alle promesse

Nessuna svolta sull'ex Ilva: il governo promette risorse, ma prende tempo e non fornisce alcuna garanzia sul futuro.

I sindacati, ieri, si attendevano risposte concrete sul futuro dell’ex Ilva. Ma anche stavolta sono rimasti almeno parzialmente delusi, al di là della promessa di un nuovo decreto che difficilmente potrà risolvere realmente il problema. Anche perché si promettono nuove risorse, ma non viene neanche specificato quante. La garanzia, spiega il vicepresidente di Federmanager, Gherardo Zei, è che ci sono “risorse fino a che non si ottengono l’accordo di programma e poi l’Aia, per portare in porto la vendita”. Il governo ha infatti annunciato che farà un nuovo decreto per stanziare risorse all’ex Ilva, come comunicato ai sindacati. Al momento, però, nessun dettaglio è stato fornite sull’entità di queste risorse, necessarie per il proseguimento dell’attività dello stabilimento danneggiato dopo l’incendio che ha fermato l’alfoforno 1 circa un mese fa.

Ex Ilva, nessuna svolta: il governo promette ma rinvia

All’incontro a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i ministri Adolfo Urso e Marina Calderone. Che l’incontro non sia andato bene lo conferma anche Rocco Palombella, leader della Uilm: “Non ci sono novità ma solo un ulteriore lasso di tempo che il governo ha preso per fare un decreto per le risorse finanziarie per andare avanti”. Tutti i problemi, invece, “restano inalterati”, senza “rassicurazioni sul futuro”. E le risposte sono di nuovo rinviate: “Tra dieci giorni il governo ha detto che ci darà risposte, ma noi riteniamo che il tempo è ormai scaduto e qualsiasi ipotesi di rinvio è negativa”.

Palazzo Chigi, in una nota, sottolinea il suo “massimo impegno a tutti i livelli per il rilancio della siderurgia e la tutela dell’occupazione”, ma anche stavolta non fornisce reali rassicurazioni sul futuro degli impianti. La trattativa per la vendita, si legge, “prosegue con continue interlocuzioni”. Non basta per Sasha Colautti, membro dell’esecutivo Usb: “Siamo al punto a cui ci siamo lasciati l’altra volta, l’unico elemento di novità è che il governo è in subordine sulla trattativa con Baku, che è piena di debolezze”. Insomma, siamo alle solite promesse: senza nessuna certezza e con altro tempo perso.

10/06/2025

da La Notizia

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