Migranti e «Paesi sicuri», il governo Meloni sconfitto alla Corte di giustizia Ue. Escluse le eccezioni per categorie di persone. A Gjader, Albania, il carcere per migranti deserto voluto dall’esecutivo con uno spreco ideologico di risorse, senza nessun ‘richiedente asilo’ fino a giugno 2026
La forzatura ideologica dei migranti in Albania
«Uno Stato membro non può designare come paese di origine “sicuro” un paese terzo che non soddisfi, per talune categorie di persone, le condizioni sostanziali di siffatta designazione». Lo ha stabilito ieri mattina la Corte di giustizia dell’Unione europea, dando un sonoro schiaffo al governo italiano che dalla sua attuale formazione forzava su quel fronte, contro logica, giurisprudenza e soldi italiani.
‘Paesi sicuri’ non per proprio comodo
La normativa europea, dice la corte di giustizia Ue, e come avevano già sostenuto i magistrati romani della sezione specializzata in Immigrazione e della Corte d’appello, non ammette la designazione di sicurezza in presenza di eccezioni per categorie di persone. Significa anche che la lista italiana dei paesi sicuri è quasi interamente nulla, dal momento che è zeppa di esclusioni per gruppi sociali. Follia furbesca soltanto l’averlo pensato.
Seconda bocciatura alla detenzione ‘preventiva’
Forse peggio per l’apparenza politica della sentenza Ue, ribadito il fondamentale ‘diritto d’asilo’. significa che non si possono applicare le ‘procedure accelerate di frontiera’ ai richiedenti asilo originari di quegli ‘Stati sicuri’, quelli veri definiti a livello internazionale e non di comodo. Dunque non possono essere detenuti durante l’esame della domanda di protezione internazionale: né in Italia, né nei centri in Albania.
Carcere albanese presidiato nel deserto
Tutto questo almeno fino a giugno 2026, quando il nuovo patto Ue su migrazione e asilo entrerà in vigore cambiando le regole, forse più permissive anche su spinta politica italiana, a Gjader non potrà essere trasferito nessun richiedente asilo. L’attesa sentenza è stata letta questa mattina dal presidente della Corte Ue di Lussemburgo Koen Lenaerts, e non lascia spazio a dubbi o scappatoie. Il governo italiano ha avuto torto sin dall’inizio, in tutta la vicenda del protocollo, sottolinea Giansandro Merli
Le menzogne sugli ‘Stati sicuri’
I giudici europei hanno anche stabilito che le fonti di informazione su cui si basa la definizione di sicurezza devono essere «sufficientemente accessibili, sia per il giudice che per il richiedente asilo», e che la lista paesi sicuri può essere anche un atto avente forza di legge, ma resta comunque sottoposto al controllo giurisdizionale. L’esecutivo compila l’elenco, le toghe lo controllano. Come era avvenuto avvenuto fin qui ma contestato ripetutamente dall’esecutivo.
Insieme a Meloni inciampa Ursula
- Nel corso del dibattimento, l’Europa meno solidale era uscita allo scoperto. Dodici paesi membri intervenuti per dare manforte alla linea del governo Meloni su una tesi che rischia di cancellare il diritto d’asilo. Peggio la Commissione Ue, quella che avrebbe dovuto esprimere la posizione più istituzionale, che invece ha ribaltato senza pudore quanto sostenuto nelle memorie scritte depositate appena un mese prima.
02/08/2025
da Remocontro