Dieci giorni di fuoco per le opposizioni, dal decreto sicurezza a Gaza. l corteo nazionale contro il dl sicurezza, le manifestazioni su Gaza e i referendum.
Si aprono dieci giorni di mobilitazione per le opposizioni che, con perimetri variabili, si preparano a sfidare il governo su temi decisivi: dai nuovi reati introdotti per decreto alla postura verso il massacro in atto nella Striscia, fino ai temi del lavoro e della cittadinanza per gli stranieri.
Proprio su quest'ultimo tema, che l'8 e il 9 giugno sarà oggetto di uno dei cinque quesiti referendari, prende posizione la Caritas italiana: "L'ottenimento della cittadinanza in tempi congrui da parte di donne e uomini che contribuiscono con il loro lavoro al benessere dell'intera collettività, corrisponde al riconoscimento della dignità delle persone che, nell'ottica del bene comune, ovvero del bene di tutti e di ciascuno, sono da accogliere, proteggere, promuovere e integrare", afferma.
Intanto il segretario di Più Europa e presidente del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza Riccardo Magi accusa la premier Giorgia Meloni di "omertà elettorale: a 10 giorni dal voto non ha ancora detto nulla sul voto. È chiaro che ha paura dei referendum - ne deduce - perché sa che la partecipazione sta crescendo e teme il segnale che potrebbe arrivare domenica e lunedì prossimi".
La Cgil, per voce del segretario Maurizio Landini, rilancia invece sul lavoro: "Questi cinque referendum permettono di cancellare leggi sbagliate e permettono di estendere i diritti a chi oggi non li ha, per fare un lavoro che non sia precario, per fare in modo che si cambi la logica dell'appalto e del subappalto che sta facendo morire persone riducendo la qualità del lavoro. Vuol dire estendere e rimettere di nuovo al centro il lavoro, i diritti".
Dal Pd il capogruppo in Commissione Lavoro, Arturo Scotto, gli dà manforte: "Sostenere il referendum dell'8 e 9 giugno è fondamentale. Chi viene licenziato ingiustamente deve essere reintegrato. I diritti non sono monetizzabili".
La vera partita si gioca sull'affluenza alle urne: centrare il quorum non è affatto semplice e i precedenti non fanno ben sperare, ma la tenuta nella partecipazione al primo turno delle ultime amministrative è stata un'iniezione di ottimismo per i promotori che stanno affrontando il countdown pancia a terra. Passando alle piazze, la prima grande manifestazione contro il governo si terrà oggi: il corteo a Roma promosso dalla rete "A pieno regime" contro il dl sicurezza, che ha incassato il primo via libera della Camera tra le polemiche. Gli organizzatori stimano un centinaio di autobus in arrivo nella Capitale.
Tra le adesioni politiche anche Avs e M5s che saranno presenti con delegazioni: già hanno annunciato la loro presenza Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Tra una settimana, a ridosso della consultazione popolare sui diritti, si terranno le due manifestazioni per Gaza: la prima promossa da Iv a Azione in un teatro di Milano il 6 giugno; la seconda, l'indomani, organizzata da Pd-Avs-M5s a Roma, un corteo che arriverà a piazza San Giovanni.
"Sarà una grande risposta di popolo per la pace, contro l'ignavia del nostro governo, e perché si fermi il massacro compiuto dal governo criminale di Netanyahu", afferma Nicola Fratoianni. Ed è botta e risposta tra Carlo Calenda e Angelo Bonelli.
Il primo sostiene che nella piattaforma del 7 giugno manchi "il pezzo" della condanna ad "Hamas" e all'antisemitismo. "C'è un limite a tutto - sbotta il rappresentante dei verdi -. È falso dire che nella nostra mozione non ci sia la condanna di Hamas e dell'attacco del 7 ottobre. Ed è vergognoso accusarci di ambiguità sull'antisemitismo".