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«Centomila contro il riarmo»

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C'era una voglia. Un fiume di gente a Roma, da Porta San Paolo al Colosseo: «Sappiamo che le bombe seminano morte al fronte e impoveriscono tutti»

Il giorno più lungo dell’anno è quello del ritorno dei pacifisti. Diverse culture, tanti linguaggi, provenienze differenti si intrecciano, da ogni parte d’Italia e dalle storie disparate. L’insolita, recente, abitudine di far partire i cortei esattamente all’ora della convocazione viene ribadita quando si capisce che c’è troppa gente, non si può restare fermi nella calca sotto il sole cocente di Porta San Paolo. Dunque, alle 14 in punto il fiume di gente si muove lungo l’Aventino verso il Colosseo. È già in questo momento che i promotori capiscono che possono parlare di almeno centomila persone in piazza.

LE NOTIZIE CHE ARRIVANO dal mondo fuori, dalla Palestina e dagli altri fronti della guerra a pezzi che spaventa il mondo, da ormai troppo tempo seminano il terrore. «Forse qui morire è l’unico modo di rimanere umani» dicono dal camion citando le tragiche testimonianze che arrivano da Gaza. La reazione delle migliaia di persone che compongono il corteo, per contrasto e tigna diremmo, è di gioia. La felicità di ritrovarsi, nonostante tutto, e di poter lanciare una voce di umanità che non sia soltanto la morte. E che provi a coltivare la speranza. Michela Paschetto, infermiera di Emergency di ritorno da Gaza racconta al manifesto la situazione difficile: «Abbiamo due cliniche che si occupano di medicina di base, pediatria, salute materna, stabilizzazione dei pazienti più gravi. La situazione sta peggiorando. Aumentano i pazienti malnutriti, soprattutto i bambini. Comincia a vedersi anche tra le persone adulte e anche tra le donne incinte, perché il cibo veramente scarseggia».

C’È IL SINDACATO, che traccia senza troppi giri di parole il nesso tra regime di guerra e condizioni di lavoro. «Lì si muore e qui ci si impoverisce, per questo dobbiamo ribellarci» sintetizza Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil. Lungo il corteo si riconosce il volto di Michele De Palma, segretario Fiom ancora impegnato dalla riduzione a questione di ordine pubblico dello sciopero dei metalmeccanici per il contratto del giorno precedente. «Non ci faremo intimidire, abbiamo riconosciuto da subito la minaccia al dissenso come parte della torsione autoritaria della guerra», dicono i suoi. Ci sono i Cobas e le Clap, i collettivi studenteschi e le reti pacifiste, mentre Usb con Potere al popolo si muove da piazza Vittorio fino ai Fori imperiali, anche sulla scorta dello sciopero generale del sindacato di base. Chi prova a ricostruire un filo, tra sindacalismo e lotta alla guerra, oltre le sigle, le trappole geopolitiche e le frontiere nazionali, sono quelli della rete Reset: distribuiscono un volantone di quattro pagine che serve a lanciare l’idea di uno sciopero europeo e sociale contro la guerra. «È sempre più urgente aprire uno spazio di organizzazione in grado di connettere chi oggi lotta contro il razzismo, il sessismo, la devastazione ambientale, la precarietà – affermano – Uno spazio in grado di fare del piano transnazionale ed europeo un piano di contesa e di scontro che, al rifiuto dell’Europa del riarmo, non contrapponga la dimensione nazionale coi suoi confini, ma un piano di convergenza delle lotte tra chi si sta opponendo alla guerra a livello europeo e transnazionale».

GIANFRANCO PAGLIARULO fa una prima valutazione, in diretta: «È una bella piazza, unita – commenta il presidente Anpi – Adesso dobbiamo renderla ancora più unita. Nessuno dimentichi Gaza, oggi oscurata dai media e pensiamo al futuro: una grande conferenza di pace per il Medio oriente che faccia nascere finalmente la Stato di Palestina, nella sicurezza dei palestinesi e degli israeliani». Walter Massa, presidente nazionale dell’Arci, ha creduto fin dall’inizio in questa mobilitazione e all’idea che si dovesse muovere insieme alle lotte nel reso dei paesi dell’Unione europea: «Rifiutiamo l’idea che per dirimere i conflitti si debba passare per le armi». Poi manda un messaggio a chi, nel centrosinistra, ha votato per il Piano Von der Leyen: «Il riarmo, sostenuto anche da settori di opposizione, non rappresenta alcuna forma di autodeterminazione – afferma Massa – È una trappola: non vogliono costruire l’Europa ma tornare all’Europa delle nazioni, come nei momenti più bui della storia. Intanto aumenta la repressione contro il dissenso e le dichiarazioni sulle priorità dell’ordine. Per fermare tutto questo abbiamo bisogno di un fronte largo, conflittuale e convergente».

ECCO, LE OPPOSIZIONI parlamentari che dicono? Dal Partito democratico, come previsto, compaiono presenze singole. Ci sono i parlamentari europei eletti nelle liste dem Cecilia Strada e Marco Tarquinio, lo schleiniano Sandro Ruotolo coi deputati Arturo Scotto e Paolo Ciani di Demos. Scotto sottolinea: «Siamo qui per interloquire anche con chi ha posizioni diverse». Il che dimostra «quanti passi avanti ha fatto il Pd di Schlein». Conte sbuca verso le 15 dalla Piramide Cestia. In altri tempi ci si sarebbe aspettati che avrebbe approfittato della finestra del corteo per fare le sue dichiarazioni alla stampa per poi abbandonare la piazza, invece il leader M5S si fa tutto il corteo in coda, insieme alla delegazione dei suoi, scortato tra gli altri da Riccardo Ricciardi e Francesco Silvestri. Dietro di lui, cosa inedita, uno spezzone unitario composto dalle organizzazioni giovanili dei partiti a sinistra del Pd: il Network giovani dei 5 Stelle, i giovani comunisti di Rifondazione, quelli di Sinistra italiana e dei verdi. «C’è un popolo, la stragrande maggioranza, che dice che questa corsa al riarmo è folle, ed è folle contribuire alla escalation militare» dice Conte che evita di polemizzare con il Pd. «La guerra porta con sé l’economia di guerra – aggiunge Nicola Fratoianni – E insieme alla vita di chi sta sotto le bombe cancella la possibilità di costruire più diritti sociali ambientali e di libertà. Per questo diciamo no al riarmo e alla guerra, costruendo la massima convergenza e unità».

22/06/2025

da Il Manifesto

Giuliano Santoro

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