La corruzione lo strumento per rimuovere Zelensky? Con una ennesima capriola, il presidente ucraino fa marcia indietro modificando la legge appena approvata che sottraeva autonomia agli organismi anticorruzione, tra le proteste di ‘improvvisamente attenti’ partner internazionali.
Le proteste popolari dicono vattene
- Le manifestazioni, inizialmente concentrate a Leopoli, Rovno, Ternopol, Kharkov e Chmel’nyc’kyj, si sono allargate a Vinnitsa, Dnepr (ex Dnepropetrovsk), Nikolayev, Poltava e Zhitomir, secondo quanto riportato dai media ucraini Hromadske e Ukrinform mentre ieri a Kiev in piazza c’erano 9mila manifestanti secondo le autorità.
Ripensamenti sollecitati
Zelensky annuncia la volontà di tornare sui suoi passi dopo la telefonata con la presidente della Commissione europea, Von der Leyen, che aveva chiesto spiegazioni. Anche il premier britannico Keir Starmer Regno Unito aveva ‘offerto la disponibilità a collaborare nella stesura del nuovo disegno di legge’. «Progetto di legge n. 13533» che ora vuole salvaguardare l’indipendenza delle agenzie anti corruzione (NABU e SAP), limitando l’intervento dell’Ufficio del procuratore generale e quindi del governo. Salvo ‘Segreto di Stato’, che è il nuovo inciampo.
Solo ‘anticorruzione’ o c’è dell’altro?
In un Paese che continua a reiterare la legge marziale (rinnovata ieri da Zelensky insieme alla mobilitazione generale fino al 5 novembre) quasi tutto è ‘segreto di Stato’ e di certo lo saranno i temi trattati da ministri ed esponenti di governo che venissero coinvolti in inchieste di corruzione. Come assaggio, il 21 luglio i Servizi di Sicurezza interna ucraini (SBU) avevano effettuato 70 perquisizioni a funzionari dell’ anticorruzione (NABU) e fatto irruzione nella sede della Procura anticorruzione (SAPO).
- Azioni seguite alle accuse di corruzione contro Alexey Chernyshov, ex vice primo ministro, e ministro dell’Unità Nazionale molto vicino a Zelensky, che ha provocato l’escalation attuale..
Le reazioni internazionali
Il giornale statunitense Politico ha scritto che la decisione di limitare l’indipendenza dell’agenzia sarebbe legata alla «consapevolezza che la NABU avrebbe continuato ad avvicinarsi ad altri membri della cerchia ristretta del governo». ‘Coda di paglia’, diremmo a casa. Un nuovo governo nato da un ampio rimpasto proprio per volontà di Zelensky mentre le piazze chiedono le dimissioni di Andrey Yermak, capo dell’ufficio presidenziale, sottolinea Analisi Difesa.
‘O stai con Zelensky o sei un agente russo’
La giornalista ucraina Nataliya Gumenyuk ha spiegato al Guardian che «ciò che ha scioccato molti non è stato solo il contenuto della legge, ma anche la velocità e il modo in cui è stata approvata: nel giro di un giorno e poi firmata e pubblicata quasi immediatamente. Questa legge è diventata la cartina di tornasole per verificare se la fiducia del pubblico nel governo possa essere mantenuta. E, soprattutto, se il contratto sociale non scritto – tra cittadini e Stato – sia ancora valido».
The Telegraph e il problema Zelensky
Più duro ancora The Telegraph secondo cui Zelensky «non è più parte della soluzione all’Ucraina, ma è parte del problema», accusando il presidente di «aver usato i poteri di emergenza in tempo di guerra per esiliare, indagare e incarcerare importanti oppositori e critici politici. I media della opposizione chiusi e migliaia di aziende sequestrate dai compari di Zelensky con il pretesto di presunti legami con la Russia».
- Il giornale britannico concede: «Zelensky ha svolto un ruolo epico nel salvare il suo Paese dalla distruzione. Ora c’è il pericolo che imiti i suoi predecessori corrotti, e dovrebbe farsi da parte, per il bene dell’Ucraina».
‘Kyiv Independent’
Il giornale ucraino in lingua inglese guidato da Olga Rudenko. La giornalista, molto vicina all’amministrazione Usa, sta rilasciando interviste critiche nei confronti di Zelensky. «Sappiamo bene i rischi che comporta una posizione del genere per la nostra squadra vive e lavora in Ucraina. Ma sarebbe stato immorale non denunciare il presidente per quello che sta facendo». Stato di polizia. «Capisco che visto dall’estero Zelensky può sembrare l’eroe che combatte il male. Ma le persone non sono mai o tutte bianche o tutte nere».
Finanziatori di ‘Eueromaidan 2014’ pentiti?
«Il fatto che KyIv Independent, coccolato e finanziato da USA, Canada ed europei, accusi Zelensky di minare la democrazia in Ucraina potrebbe significare che il presidente ucraino ha i giorni contati», valuta Gianandrea Gaiani. E si torna alla deprecata Victoria Nuland, sottosegretaria Usa che dichiarò con orgoglio che gli Stati Uniti avevano investito 5 miliardi di dollari nell’operazione di cambio di regime a Kiev del 2014. Ieri alla Casa Bianca, il presidente Trump ha messo in dubbio l’utilizzo da parte dell’Ucraina di miliardi di aiuti statunitensi.
Media occidentali neo ‘filo putiniani?’
«È curioso come oggi i principali media e la politica in Occidente comincino a scoprire improvvisamente che l’Ucraina soffre un forte deficit di democrazia e un gigantesco boom di corruzione e malversazione», denuncia Analisi Difesa e sottoscrive Remocontro. Casi clamorosi di corruzione noti e coperti per malintesa ‘opportunità politica’. Armi donate a Kiev e finite in altri teatri di guerra. Fortificazioni di difesa pagate milioni e speso mal o mai eseguite. Cose indegne e sulla pelle degli stessi soldati ucraini al fronte.
Cronache di guerra alternative
«I pessimi segnali che giungono dal fronte indicano il rischio di un rapido tracollo delle logorate brigate ucraine, inadeguate come numero e armamenti. Mentre crescono a dismisura i disertori, costringendo al fronte i veterani che combattono in molti casi da due o tre anni», denuncia la stampa attenta. Con le difese aeree ucraine ormai al collasso, «incapaci di ostacolare droni e missili russi che colpiscono obiettivi militari e industriali in ogni regione dell’Ucraina, in profondità come nelle immediate retrovie del fronte».
Il risorto generale Valery Zaluzhny
- Ed ecco che sui media occidentali ricompare il generale Valery Zaluzhny, ambasciatore ucraino nel Regno Unito ed ex capo delle forze armate, secondo molti osservatori candidato a diventare il prossimo presidente ucraino. A pensar male forse si fa peccato ma come disse un grande intenditore, ‘spesso ci si azzecca’.
Von der Leyen, Macron, Merz, Starmer e anche un po’ di politica italiana, sino a ieri schierati a salvare il posto a Zelensky, che ora iniziano a preoccuparsi per le loro poltrone dal disastro dell’avventura militare malemente sostenuta. Di fatto ma nascostamente «scaricando il barile sul presidente ucraino, capro espiatorio perfetto».
27/07/2025
da Remocontro