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Abolizione del Reddito di Cittadinanza: nuovo disastro sociale del Governo Meloni.

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Il Circolo di Rifondazione Comunista di Santa Fiora fa sua la proposta della Segreteria  provinciale di Rifondazione Comunista – S.E. di Pistoia

Abolizione del Reddito di Cittadinanza: nuovo disastro sociale del Governo Meloni. Cosa aspetta la Regione Toscana ad adottare un provvedimento Regionale come proposto dal PD del Lazio ?

Una vera e propria rivolta sta cominciando in queste ore, dopo lo squallido comunicato di apertura alla guerra contro i poveri del Governo Meloni; da Napoli a Firenze, da Lucca a Roma e Torino, manifestazioni, presìdi e iniziative sono le reazioni delle migliaia di cittadini privati di uno strumento di sopravvivenza.

Le scelte del governo Meloni, penalizzanti per l’intero popolo italiano - dalla Autonomia regionale differenziata alla cancellazione del Reddito di Cittadinanza – colpiscono in particolare coloro che, in tutta Italia, vivono sotto o intorno alla soglia ufficiale di povertà.

Le manifestazioni di questi giorni hanno una richiesta chiara: il Reddito di Cittadinanza va mantenuto, e anzi potenziato. E comunque l'erogazione dell'importo va continuata nei prossimi mesi per tutta l'attuale platea dei percettori. Sono rivendicazioni chiare. Giuste. E occorre continuare e ampliare la mobilitazione, che peraltro comincia già ad esserci in Toscana con le sue centinaia di percettori di Reddito di Cittadinanza.

Rifondazione Comunista partecipa a tutte le iniziative di lotta dando il contributo di cui siamo capaci per organizzarle. Ci rendiamo conto però che non è ancora adeguata, nel corpo sociale, la percezione del carattere eminentemente storico della battaglia in difesa del reddito di cittadinanza. Essa, infatti, mette linearmente sul tavolo i temi epocali della povertà e della disuguaglianza.

Quando si toglie ai poveri finanche il minimo per la sopravvivenza e contemporaneamente si spendono miliardi in armamenti, si ripristinano i vitalizi agli ex parlamentari e si condonano le tasse non pagate ai ceti benestanti, ebbene, quando succede questo, è evidente che sono in gioco le basi stesse della convivenza civile.


Sindacati e forze politiche sono perciò ruvidamente chiamati, dalla forza stessa delle cose, a misurarsi con la portata storica della questione del reddito. Non la possono circoscrivere a problema settoriale e metterla dentro la miriade di questioni settoriali che ci sono.


Ai Sindacati va perciò chiesto a gran voce l'indizione dello sciopero generale a difesa del reddito di cittadinanza; e ai partiti che si proclamano fedeli allo spirito della Costituzione va chiesto di opporsi con ogni mezzo a questa che è una vera e propria manomissione pratica dei principi di uguaglianza e solidarietà che essa sancisce all'articolo 3.

Al PD, che in Lazio, dove è all’opposizione, chiede il reddito di cittadinanza con provvedimento regionale, lanciamo una sfida” sostiene il segretario provinciale pistoiese di Rifondazione Comunista, Ivano Bechini “in Toscana, dove sono al governo regionale da soli, adottino come provvedimento di Giunta la stessa proposta che fanno come PD nel Lazio. Misuriamo concretamente su una voce che interessa migliaia di persone, la cosiddetta svolta a sinistra della segreteria Schlein – Fossi”.