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La Sanità pubblica arranca, cresce il gap col privato. Impietosa fotografia della Cgil Lazio: ormai curarsi è un’impresa

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Nel Lazio la situazione sanitaria resta critica, liste di attesa lunghissime per le visite specialistiche, pronto soccorsi al collasso, liste d’attesa fino a due anni per interventi chirurgici e una medicina territoriale inadeguata rappresentano solo alcune delle criticità del servizio sanitario regionale che non fa che peggiorare di giorno in giorno. Almeno stando ai dati della Cgil che ha denunciato ancora una volta quanto nel Lazio sia diventato difficile curarsi.

“Abbiamo bisogno di investimenti importanti da parte della Regione Lazio per garantire il pieno accesso alle cure e rafforzare i servizi pubblici ma occorre un cambio di passo anche da parte del governo. Il prossimo 24 giugno la Cgil, insieme a tante associazioni, sarà in piazza a Roma per una manifestazione nazionale. Durante il mese di maggio, ancora una volta, registriamo che quasi il 40% delle cittadine e dei cittadini che ha avuto bisogno di effettuare un esame diagnostico con priorità B non è riuscito ad accedere alle cure nei tempi previsti, ossia entro i 10 giorni”.

“Nella maggioranza delle Asl la situazione è più grave. Le Asl di Frosinone, Latina, Roma 2, 3, 4, 5 e 6 sono al di sotto della media regionale del 61,2%. Sono forti anche le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure, che determinano un divario di quasi 30 punti percentuali tra la Asl di Rieti la più virtuosa, con il 73,2% ma ben lontana dall’obiettivo minimo del 90%, e la Asl di Roma 4, con il 43,9%”.

A caro prezzo

E le testimonianze dei pazienti confermano lo stato delle cose. Come quella della signora Rosa alla Asl Roma 6. “A seguito di persistenti dolori alla schiena causati da un sollevamento fatto male sono entrata nel tunnel del Ssn e mi sono ritrovata immersa in visite, indagini e analisi da fare pagando quasi tutto di tasca mia. Ad oggi ho effettuato nell’ordine: una Rx al costo di 34 euro, una visita privata visti i tempi di attesa presso un ortopedico al costo di 100 euro”.

“A questi si aggiunge una risonanza magnetica in regime privatistico in quanto la prima opzione disponibile era il 4 agosto alla modica cifra di 152 euro, una moc in uno studio privato in quanto convenzionata non esiste, altri Rx della colonna per cui ho speso 34 euro di ticket. Infine analisi cliniche complete 74 euro con ticket e un busto ortopedico da 250 euro superando abbondantemente i mille euro. Concludo dicendo non ho un’assicurazione perché non me la posso permettere e che con tutti i soldi che pago ed ho pagato come addizionale regionale e comunale mi aspetterei di poter usufruire del servizio sanitario nazionale ma non a quanto pare è impossibile”. E la chiamano sanità pubblica.

04/06/2023

Abbiamo ripreso l'articolo

da La Notizia

di Linda Di Benedetto