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Le migrazioni, il governo e i vestiti nuovi dell’imperatore

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12/04/2023

da Left

Giulio Cavalli

Matteo Salvini e Giorgia Meloni ci hanno regalato un Consiglio dei ministri che può essere preso sul serio solo dagli stolti e dagli ignari

Nella celebre fiaba di Andersen l’imperatore si convince a farsi confezionare un abito con un tessuto pregiatissimo che ha la caratteristica di essere invisibile agli stolti. L’imperatore vanitoso non riesce a vederlo ma per pudore tace e si lascia convincere dai suoi cortigiani a indossarlo. Col nuovo vestito sfila per le vie della città di fronte a una folla di cittadini che applaudono e lodano a gran voce l’eleganza del sovrano, pur non vedendo alcunché  sentendosi segretamente colpevoli di inconfessate indegnità. L’incantesimo si rompe quando un bambino, sgranando gli occhi, grida con innocenza: “Ma il re è nudo!”. Ciononostante, il sovrano continua imperterrito a sfilare come se nulla fosse successo.

Il re nudo sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni che ieri ci hanno regalato un Consiglio dei ministri che può essere preso sul serio solo dagli stolti e dagli ignari. La strana coppia che in questi ultimi anni ha urlacciato da ogni vicolo televisivo e giornalistico che avrebbe risolto “in un minuto” il “problema dell’immigrazione” se fossero stati votati ieri ha scritto su carta bollata che siamo in uno “stato di emergenza”. Tradotto: per non fare troppo la figura degli inetti hanno certificato come insuperabile il fenomeno che non sanno governare.

“Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ben consapevoli – ha spiegato il ministro del Mare Nello Musumeci – della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300%. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo a un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea“. Ricapitolando: il ministro dell’Inferno Piantedosi è andato dai suoi compagni di governo confessando di non sapere dove sbattere la testa e proponendo un bel “stato di emergenza” che nei fatti gli permette di forzare ancora di più le regole (orribili) che lui stesso ha scritto per risolvere la questione. Quelli, come quando si porge un biscottino, hanno accettato. Ora lo stato di emergenza è l’abito invisibile di Piantedosi.

L’ultimo stato di emergenza che certificava l’incapacità di mantenere le promesse sull’immigrazione risale al 2011 quando Silvio Berlusconi (ineguagliabile ispiratore di questa destra) con il ministro Roberto Maroni si inventarono questa trovata pubblicitaria per travestire l’inettitudine nel mantenere promesse irrealizzabili, oltre che disumane. Ora Piantedosi, Salvini, Meloni, Musumuci e compagnia cantante sfilano tronfi per le vie della città.

Al prossimo giro certificheranno che il problema del surriscaldamento globale sia la vernice lavabile sui monumenti (ops, l’hanno già fatto), che gli oppositori politici siano nemici della Patria (ops, l’hanno già fatto), che i poveri siano solo dei delatori (ops, lo stanno già facendo), che la Storia sia un lungo complotto contro di loro (ops, l’hanno già fatto) e così via. E sfileranno nudi sommersi dagli applausi.