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Accenni d’Europa alla corte di Xi per dimostrare di esistere anche politicamente

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07/04/2023

da Remo Contro

Remocontro

 

Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen in visita di stato a Pechino, dopo  la Germania. Italia non pervenuta. Ma le divisioni sono molte e l’Unione Europea non sa che fare con la Cina. Macron e von der Leyen chiedono di «riportare la Russia alla ragione» e Xi che promette di chiamare Zelensky «al momento opportuno» (che per Mosca «non è ora»). Schiacciata tra guerra in Ucraina e guerra fredda Usa-Cina, l’Europa dovrà battere più di un colpo, la valutazione più sensata.

    

Rincorsa europea confusa e litigiosa

Il presidente francese Macron e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a Pechino in visita di stato congiunta. La visita arriva dopo quelle di vari altri leader europei dopo il cancelliere tedesco Scholz, il presidente del Consiglio Europeo Michel e il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez. Secondo vari resoconti giornalistici, al tempo Macron aveva proposto a Scholz di andare insieme in Cina, per mostrare come le due principali potenze europee fossero unite nell’atteggiamento da avere nei confronti della Cina. Scholz però si era rifiutato, ed era andato in visita di stato da solo, portandosi in Cina una foltissima delegazione di imprenditori. Ora Macron, snobbato da Scholz a novembre, a invitare von der Leyen a fare il viaggio di stato in Cina assieme a lui, per dare comunque l’impressione che l’Unione Europea stia mantenendo una certa unità. Macron, come Scholz, ha portato con sé una delegazione di una cinquantina di imprenditori, segno che comunque uno degli obiettivi principali della visita riguarda i rapporti commerciali.

Ucraina e armi a Mosca

Macron e von der Leyen a Pechino chiedono di «riportare la Russia alla ragione» ma Xi Jinping promette di chiamare Zelensky «al momento opportuno» e che Mosca fa sapere, «non è ora». Macron sta cercando di dissuadere Xi Jinping dall’inviare armi alla Russia, ipotesi di cui hanno parlato alcune agenzie d’intelligence occidentali, e soprattutto sta cercando di convincerlo ad avere un ruolo più attivo nel tentativo di raggiungere un accordo di pace. La presenza di von der Leyen assieme a Macron dovrebbe rafforzare questo messaggio nonostante qualche inciampo diplomatico di Bruxelles. Pochi giorni fa la presidente Ue al centro studi tedesco Merics, aveva criticato duramente la politica cinese di sostegno alla Russia. Come ha scritto la BBC, Macron e von der Leyen potrebbero cercare di essere rispettivamente il poliziotto buono e la poliziotta cattiva nel loro incontro con Xi Jinping, ma a incontri fatti, non ne abbiamo notizia.

Europa-Cina sulla scia della politica americana?

La maggior parte dei paesi dell’Unione Europea considera la Cina un partner economico insostituibile, pur comprendendo i rischi che derivano dall’atteggiamento internazionale sempre più aggressivo del governo cinese. Questo significa anche che la politica europea verso la Cina si sta sviluppando in modo diverso rispetto a quella americana. Diversa ma confusa. «Macron ha rimediato ai ‘buchi’ presi a Mosca con Putin da un anno a questa parte e soprattutto ha firmato e firmerà tanti contratti commerciali» –sottolinea Simone Pieranni sul Manifesto-, «Ursula von der Leyen ha potuto confermare la sua impostazione più dura rispetto alla Cina, in particolare ribadendo la sua dottrina del ‘de-risking’ (cioè facciamo affari ma patti chiari sui rischi)».

Meglio poco che niente

Sulla questione della guerra in Ucraina, piccola consolazione, la concordanza tra Xi, Macron e von der Leyen contro l’uso di armi nucleari già ribadita dal presidente cinese in più occasioni. Poi il balletto della telefonata di Xi a Zelensky. Von der Leyen svela, «È stato interessante sentire che il presidente Xi ha ribadito la sua disponibilità a parlare con lui quando i tempi e le condizioni saranno le più opportune»«Anche in questo caso tutti contenti: l’Ue ha ribadito la sua richiesta per un contatto Pechino-Kiev, Xi non lo nega ma si arroga il diritto di scegliere da solo i tempi», ancora Pieranni. Sapendo tutti che la Cina non è mediatrice perché «la situazione è complessa e non c’è prospettiva di una soluzione politica».

Questione commerciale

Di sicuro alla Cina e probabilmente anche a Macron interessava più la questione commerciale. Firma di importanti accordi tra i principali operatori di centrali nucleari dei due paesi. Macron fa l’uomo di pace e intanto intasca accordi per il seguito di businessmen che si è portato in Cina. 

Prima dell’incontro, Macron ha d’altronde detto che l’Europa «deve resistere» alla riduzione dei legami commerciali e diplomatici con Pechino e rifiutare quella che alcuni hanno definito una «spirale ineluttabile» di tensione tra Cina e occidente.